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5/10

Una Folle Passione regia di Susanne Bier

Drammatico
recensione di Gabriella Massimi

George Pemberton è un barone del legno nell'America di fine anni Venti. Lasciate per un viaggio da affari le montagne del North Carolina, incontra Serena, una giovane donna con un passato tragico e il desiderio di appartenere a qualcuno nel presente. Innamorati e decisi a condividere insieme il resto della loro vita, George e Serena si sposano e si impegnano ad accrescere il loro impero. Soci, sceriffo ed 'ecologisti', ostinati a rilevare le foreste e a farne un parco, intralciano però i loro piani di gloria. Ambiziosa e pronta a tutto pur di tutelare il suo amore e la sua fortuna, Serena persuade George a spingersi oltre i limiti della legalità. L'aborto spontaneo della donna e il figlio di George, nato da una relazione precedente e mai formalizzata, precipiteranno la coppia in un inferno.

 

Serena è la moglie, l'aquila, il puma, la passione e la morte.

Nell'ultima pellicola della regista Susanne Bier, la protagonista femminile, interpretata da una comunque brava Jennifer Lawrence, è il perno del film.

Tra le artistiche e fumose montagne del North Carolina, un uomo si fa prendere da una tremenda passione per una donna che stravolgerà tutto il suo mondo.

Dopo una prima lettura del romanzo di Ron Rash, "Serena", il produttore Nick Wechsler non ebbe alcun dubbio sulla possibile messa in pellicola del libro stesso.

Trovati quindi sceneggiatore, regista, produttori e attori, nel giro di 8 settimane e tra le campagne praghesi prese vita questo assai discutibile capolavoro.

Con un inizio frettoloso e, quasi mi azzardo a dire, un pò troppo sbrigativo si entra subito nel pieno della trama, pochi minuti infatti vengono dedicati alla presentazione del paesaggio, del protagonista maschile e della protagonista femminile.

Un'ombra oscura, una sciagura, una terribile pestilenza si abbatte sulla tenuta dei Pemberton: Serena.

Assolutamente inerme e disarmato si sente il povero George Pemberton, il quale non può fare altro che abdicare dal suo trono per inchinarsi alla moglie, ammirandola sempre con quello sguardo un po' autistico e spento tipico di Bradley Cooper.

Serena lavora, risolve problemi, si spacca la schiena come e più dei dipendenti mentre il buon maritino sta a casa a riempire quaderni di conti e evadere le tasse.

La sera poi, dopo una faticosa giornata di lavoro, la brava donna si rilassa nella vasca, il marito le lava la schiena e la aiuta a sfogare lo stress sotto le lenzuola (al contrario del prologo, assai tirato di tempi, le scene di "passione" vengono scrupolosamente e inutilmente analizzate nel dettaglio).

Dopo un periodo di apparente felicità, arriva la catastrofe e tutto comincia inesorabilmente  a precipitare.

La brava e laboriosa donna si trasforma in un mostro di vendetta e morte, e come tutti i cattivi non tarda a procurarsi un valido braccio destro che esaudisca i suoi orribili piani.

Tutto ciò fino a che il povero Bradley, risvegliatosi da quel suo torpore da troppa camomilla, si toglie le fette di salame che l'astuta moglie gli ha messo sugli occhi e inizia a capire che forse non ha sposato quella brava  e laboriosa donna che credeva lui.

Insomma alla fine di tutto, più che un sentimento di tristezza e infelicità per l'epilogo si prova quasi una crudele e amara soddisfazione.

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