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7/10

La Comune regia di Thomas Vinterberg

Drammatico
recensione di A. Graziosi

I desideri e le esigenze personali si scontrano con la solidarietà e la tolleranza, negli anni '70, in una comune danese dove si intrecciano le vite di varie persone, divise tra gli impulsi personali e il senso di solidarietà collettiva che caratterizza la società che hanno scelto.

Con La Comune (in originale Kollektivet), Thomas Vinterberg torna nelle sale cinematografiche italiane grazie alla Bim Film. Si tratta certamente di un ritorno molto atteso dalla critica e dai cinefili italiani dopo il forte apprezzamento suscitato da Il Sospetto, candidato agli Oscar 2014. Supportato nuovamente da Zentropa, la casa di produzione fondata da Lars Von Trier e nata nel cuore di Dogma 95, questa volta il regista danese si cimenta con un ritratto intimo di un'epoca, gli anni Settanta, e con un materiale di base autobiografico visto che lui stesso ha vissuto nel corso di infanzia e adolescenza in una comune. Difficile non affezionarsi al simpatico gruppo si freak che andrà sempre più popolando la grande casa dei protagonisti Anna e Erik, una coppia moderna che decide insieme alla figlia Freja di provare un modo poco tradizionale - ma piuttosto diffuso all'epoca - di convivere e dare vita ad una nuova famiglia. Al classico modello di famiglia nucleare occidentale viene dunque opposta quello di una piccola comunità nella comunità, in cui le varie esigenze vengono democraticamente mediate, così come i conflitti: una vera e propria sinergia magica è quella che si va creando nella villa di Copenaghen, dove la solitudine diventa - perlopiù fortunatamente, altre volte sfortunatamente - una sorta di sconosciuta. Vinterberg si distingue ancora una volta grazie all'asciuttezza del suo stile in grado di trattare in modo essenziale e oggettivo accadimenti che in altre mani sarebbero ben oltre il limite del melodramma. Uno sguardo che non si lascia praticamente mai accarezzare dall'idea di smussare il punto di vista con qualche trucco proprio dell'arte cinematografica, la quale si deve prestare nel rappresentare la realtà nel modo più realistico possibile. Non a caso La Comune è uno di quei pochi casi in cui l'ambientazione nel passato non diventa un pretesto per crogiolarsi un po' in una stilizzazione di maniera, ponendo così una posizione di velata distanza con il pubblico: al contrario siamo di fronte ad una storia molto moderna che mette in scena interrogativi e conflitti riguardanti collettività e individualità a cui non è stata ancora trovata oggi una soluzione inequivocabile.

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alexmn 8/10

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