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6/10

American Hustle regia di David O. Russell

Storico
recensione di Andrea Cominetti

Il truffatore Irving Rosenfeld, per evitare il carcere, si trova costretto a collaborare con l'agente FBI Richie Di Maso al fine di smascherare truffatori, mafiosi e politici corrotti.

La colpa è delle aspettative. Che si creano automaticamente per quanto uno cerchi d’impedirlo. Stanno lì, non hanno bisogno di acqua per alimentarsi, fanno come i cactus, germogliano da sole. Ora, io l’ho sempre detto che le aspettative sono nocive,  fanno male a chi se le crea e anche a chi le subisce. American Hustle è per me una storia di aspettative deluse, un film che aspettavo in trepidante attesa e che m’ha fatto uscire dalla sala perplesso. Era come se mancasse qualcosa, come se non potessi credere che David O. Russell, lo stesso David O. Russell de Il lato positivo, avesse scritto e diretto un film del genere. Che sì, ok, è carino, ma niente di più.

American Hustle racconta la storia di un truffatore (un irriconoscibile Christian Bale, grasso e senza capelli, con un assurdo parrucchino volutamente messo in mostra) che insieme alla sua altrettanto scaltra amante (Amy Adams) si trova costretto a lavorare per un eccentrico agente FBI (Bradley Cooper, che si fa i bigodini per avere dei ricci perfetti) in un mondo di faccendieri, mafiosi e politici corrotti. Gli attori sono bravi, tutti bravi, come da pronostico, ma il film che ne esce risulta comunque pesante, troppo lungo per una trama tanto intricata e difficoltosa. Sono, infatti, ben 135 i minuti di proiezione, più di due ore in cui si ci continua a chiedere chi stia facendo il doppiogioco, chi stia tradendo chi, senza mai arrivare ad un punto.

Intendiamoci, non è un brutto film, anzi. Si vede che si tratta di una pellicola che ha grandi aspirazioni (gli anni ’70 sono ricostruiti con molta cura, dai costumi agli ambienti, tutto, fin nei minimi particolari) che cercherà di concretizzare in una serie di riconoscimenti importanti (nel momento in cui scrivo il lungometraggio, oltre ad aver vinto i New York Film Critics Awards nella categoria miglior film, ha ricevuto sette nomination ai Golden Globes e otto ai Satellite Awards). Ma per quel che mi riguarda un film è anzitutto la storia che racconta e questa è una storia un po’ così, di quelle superflue, che potevano benissimo anche essere taciute.

 

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Voto degli utenti: 6,4/10 in media su 10 voti.

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SanteCaserio (ha votato 7 questo film) alle 22:43 del 4 gennaio 2014 ha scritto:

Una delle pellicole meglio recitate degli ultimi anni. L'idea è originale, realizzata su un piano poco sviluppato in passato. Giudizio forse un po' troppo severo nella recensione, anche se in effetti al film manca un senso, una direzione. Gli elementi che valgono un biglietto del cinema (o un noleggio) ci sono: costumi, colonna sonora, scenografie e, appunto, recitazione.

SanteCaserio (ha votato 7 questo film) alle 22:43 del 4 gennaio 2014 ha scritto:

Una delle pellicole meglio recitate degli ultimi anni. L'idea è originale, realizzata su un piano poco sviluppato in passato. Giudizio forse un po' troppo severo nella recensione, anche se in effetti al film manca un senso, una direzione. Gli elementi che valgono un biglietto del cinema (o un noleggio) ci sono: costumi, colonna sonora, scenografie e, appunto, recitazione.

forever007 (ha votato 5 questo film) alle 17:18 del 3 gennaio 2015 ha scritto:

Un film come un altro,ma recitato alla grande