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R Recensione

5/10

The Mother regia di Roger Michell

Drammatico
recensione di Pasquale D'Aiello

May è una normale donna di un certa età che improvvisamente rimane vedova. Dopo la perdita del marito si trasferisce a casa del figlio Bobby, ma l'atmosfera in casa risulta pesante a causa dei problemi economici e dell'ostilità della nuora Helen, così May si trasferirà a casa dell'altra figlia, Paula, con la quale ha un rapporto conflittuale. La convivenza porterà May ad intraprendere una relazione erotica con l'affascinante compagno della figlia, Darren, molto più giovane di lei.

Film mattatoio, tutti i personaggi sono sistematicamente abbattuti, tutti perlopiù abietti e perdenti. Poteva essere l'occasione per inquadrare un soggetto totalmente rimosso dalla cinematografia, dal dibattito sociale e artistico: il desiderio femminile in età avanzata. La nostra cultura ha concesso alla donna una finestra temporale (18-35?) in cui può moderatamente godere del proprio corpo. Prima e dopo di tali date è chiamata ad essere figlia o madre (o nonna) e tali ruoli non prevedono la contemporanea presenza di desiderio sessuale che le è invece concesso nella fascia temporale in cui deve trovare un compagno con cui riprodursi. Purtroppo questa occasione è andata pressochè sprecata. Troppe tematiche sono state affastellate: il disdegno (giusto) per la famiglia borghese, una certa misoginia di fondo (inopportuna). Il personaggio fondamentale, Mary (Anne Reid), l'anziana donna che perduto il marito si innammora anche fisicamente di un giovane uomo, pur brava, non è credibile nel proprio ruolo. I ritocchi dell'ultim'ora sul personaggio del giovane amante, reso via via più drogato e instabile non sono sufficienti a spiegare la sua attrazione per lei. Il potenziale esplosivo della sceneggiatura di Hanif Kureishi (sua la sceneggiatura del bellissimo Intimacy diretto da Patrice Chereau) viene 'tradito' dalla messa in scena. Resta il merito di aver rotto il muro di omertà che circonda la tematica, rendendola visibile e pronta per essere rielaborata. Può essere interessante la sua visione-lettura comparata con Lost in traslation, per comprendere quanta strada resti ancora da percorrere alle donne.

 

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