V Video

R Recensione

6/10

Il Ritorno di Cagliostro regia di Daniele Ciprì

Commedia Demenziale
recensione di Pasquale D'Aiello

La storia è quasi interamente immaginaria. Nella Sicilia dell'immediato dopoguerra, i fratelli La Marca, titolari di una ditta di artigianato sacro, mettono in piedi, col beneplacito dell'Arcivescovo di Palermo Mons. Sucato, la Casa di Produzione Cinematografica Trinacria, che nelle loro intenzioni dovrebbe essere l'inizio di una "Hollywood di Sicilia". I primi film, però (interpretati da attori non professionisti, mal recitati e diretti) si rivelano catastrofi, e per risollevare le sorti della ditta viene scelto come finanziatore un barone spiantato ed occultista, che ha un'idea: girare un film sulla vita di Cagliostro, ingaggiando come regista il fallito Pino Grisanti, e come protagonista Errol Douglas, un divo di Hollywood alcolizzato ed in netto declino.

Le riprese andranno in maniera catastrofica, e avranno il culmine quando Douglas, lanciandosi da una finestra del terzo piano, cadrà spiaccicato al suolo, diventando pazzo per la caduta: sarà rinchiuso in un manicomio a vita. I La Marca falliranno ben presto, ed un nano che compare nell'ultima mezz'ora del film (Davide Marotta), spiega a tutti la vera storia: dietro quegli innocui "pataccari" stavano in realtà i mafiosi di Lucky Luciano.

 

La saga di uomini-mostri, scovati da Cipri' e Maresco, mostra il suo lato comico, in questa pellicola che narra del patetico tentativo di due artigiani siciliani di mettere su una casa cinematografica nel primo dopoguerra. Ritroviamo volti noti di cinico-tv, le loro sofferenze (sub)umane, il loro cinismo (dis)umano che, a volte, li rende piu' umani di tanti personaggi di film realistici. Torna in mente il Beckett che si rifiuta di considerare "assurdi" i suoi personaggi del suo teatro "assurdo", ritenendo ben più assurda la vita "reale".

Il film e' cosparso di trovate geniali, dialoghi esilaranti abbondantemente lasciati macerare nel brodo del disgusto dei reietti della societa'. L'effetto che lascia nello spettatore non e' propriamente "rilassante". La fotografia, curata come al solito, meno cupa dei cupissimi Toto' che visse due volte e Lo zio di Brooklin, riesce a lasciare un segno amaro che impedisce la risata franca.

Lascia perplessi il tentativo degli autori di divertire disgustando. Il risultato non puo' dirsi pienamente raggiunto, lo stridore di sentimenti contrastanti graffia.

Sono da segnalare due performance spassose: la partecipazione di Robert Englund (più noto come Freddy Krueger) e soprattutto l'intervento off-story di un nano (bambino?) che ci spiega i retroscena della storia.

Anche Cipri' e Maresco lasciano il loro omaggio al cinema per testimoniare di un amore che non ha ragione ne' mai ce l'avra'.

 

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.