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R Recensione

9/10

Era Mio Padre regia di Sam Mendes

Poliziesco
recensione di Andrea Brunelli

Micheal Sullivan è un killer della mala irlandese, marito affettuoso e padre di due figli, legato da un profondo affetto verso il capomafia John Rooney. Casualmente il figlio dodicenne assiste ad un regolamento di conti e viene scoperto da Connor Rooney, erede della dinastia, che decide di eliminarlo non fidandosi del suo silenzio.

Sam Mendes è forse il meno pubblicizzato dei grandi registi, quello meno reclamizzato nei multiplex e meno famoso al grande pubblico di non appassionati.

Di formazione teatrale debutta al cinema a 35 anni con American Beauty, vincitore di 5 Oscar fra cui il premio alla miglior regia. Il successivo Road to Perdition (Era mio padre nella versione italiana) ottiene 6 candidature. Jarhead e Revolutionary Road sono piccoli gioielli e in questi giorni è nella sale, quelle di qualità, American Life.

Il regista di un film, a mio parere, è come un allenatore di calcio : deve aver talento, essere preparato e saper scegliere con cura gli interpreti (attori-calciatori) e i collaboratori(direttore della fotografia, sceneggiatore, costumista, scenografo-preparatori atletici, esperti di mercato, fisioterapisti etc.) Sapersi circondare di persone qualificate non è un limite ma un pregio e Sam Mendes ha questa qualità, come dimostra lo splendido direttore della fotografia, Conrad L.Hall, che rende i suoi primi 2 film visivamente impeccabili. Un’altra dote è la capacità di variare il proprio repertorio, cimentarsi con generi diversi, cambiando attori (se vogliamo continuare il paragone calcistico, saper utilizzare più moduli e trovare sempre i giocatori adatti) e tempi.

Era mio padre è proprio l’esempio dell’ecletticità di Mendes, è un gangster-movie in tutto e per tutto, strizza l’occhio a maestri come Leone e Coppola, ma approfondisce tematiche di più ampio respiro, come il rapporto fra padre e figlio, la lealtà, il legame di sangue. L’impostazione della vicenda è quasi da tragedia greca e i personaggi hanno la statura dei protagonisti di Eschilo ed Euripide. Il killer interpretato da Tom Hanks ha una morale ferrea ed è leale fino all’eccesso verso il capomafia Paul Newman (alla sua ultima interpretazione) che è a sua volta diviso fra l’affetto sincero verso il suo “uomo” e il legame biologico che lo lega al figlio traditore e inetto (Daniel Craig), ambiguo e geloso dell’empatia che intercorre fra i due protagonisti. Jude Law rappresenta il male folle e malato, è un fotografo-killer disturbato mentalmente che mette in posa le sue vittime per il gusto di vederne l’ultima sofferente espressione.

E il finale si può interpretare come una vera e propria catarsi di classica memoria, l’unico a sopravvivere sarà l’unico puro (il figlio dodicenne) mentre “quelli che non vedranno mai il Paradiso” scompaiono tutti, anche il protagonista per cui lo spettatore è portato a simpatizzare dimenticando forse la sua professione e la sua spietatezza. Proprio questo affetto forse è una chiave di lettura del film : i gangster sono malvagi nella stessa misura in cui è corrotta la società, visto che quasi tutti quelli che non appartengono al mondo mafioso sono comunque persone squallide, incapaci e senza un’etica.

Inoltre tecnicamente il film è quanto di più vicino ci possa essere alla perfezione. La fotografia da Oscar ci regala atmosfere da sogno, indefinite e misteriose, e sono diverse le scene che lasciano a bocca aperta, con personaggi che appaiono nella nebbia, colpi di mitra che esplodono quasi nel nulla e nel più totale silenzio. Il cast è eccezionale, con un Paul Newman in stato di grazia che abbandona il grande schermo nel modo migliore, con un’interpretazione degna della sua luminosa e sterminata carriera. Jude Law è perfetto nella parte del disturbato mentale sadico, Tom Hanks è sobrio e pacato ma rende credibile il suo personaggio.

I costumi e le scenografie sono curati e ben riproducono l’America del proibizionismo, dove dietro ad un’apparente solidità morale si nascondevano mille turpi segreti.

In sintesi, un capolavoro.

V Voti

Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 5 voti.
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alexmn 7/10

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