R Recensione

7/10

Viaggio in Italia regia di Roberto Rossellini

Drammatico
recensione di Valerio Zoppellaro

Una coppia della middle class inglese, lui piuttosto arrogante, lei perbenista, arriva a Napoli per sistemare una questione di eredità. Alex e Katherine Joyce sono in realtà due persone che non hanno più nulla da dirsi, due estranei che reagiscono in maniera differente rispetto agli eventi e anche rispetto al paesaggio che li circonda. Quando hanno ormai deciso di interrompere il proprio legame, vengono coinvolti in una processione che si snoda lungo le strade di Maiori: la folla li allontana e li divide, ma il disperato ricongiungimento e l'abbraccio finale fra i due fa forse sperare in una riconciliazione.

Viaggio in Italia è una delle opere che hanno più diviso la critica nel periodo dell’immediato dopo guerra. In Italia il film venne infatti accolto con scetticismo e venne visto come un tradimento al neorealismo da parte di Rossellini, regista capostipite della corrente cinematografica con opere come Roma città aperta e Paisà. In Francia invece venne considerato fin dalla sua uscita un capolavoro tanto che il regista e critico Jacques Rivette dichiarò che “Con l’apparizione di Viaggio in Italia tutti i film sono invecchiati di almeno dieci anni”. L’opera costituì infatti un esempio per l’allora nascente Nouvelle Vague e divenne un cult per diversi giovani registi francesi, come ad esempio François Truffaut. Viaggio in Italia è una bella opera sull’incomunicabilità all’interno della coppia e sull’evoluzione dei rapporti sociali e storici. Risulta così interessante per lo spettatore odierno osservare i radicali cambiamenti nella nostra penisola degli ultimi sessant’anni, con Napoli e i suoi dintorni presentati come un mondo ancora agrario e arretrato. Notevole la contrapposizione culturale tra la middle class inglese e il popolo napoletano, ancorato ad ideali arcaici e folkloristici. Merita una menzione particolare il finale, con la riconciliazione nel mezzo di una processione, quasi come se il miracolo fosse il fatto che la coppia decida di volersi ancora bene. George Sanders rappresenta un personaggio terribilmente arido e razionale mentre Ingrid Bergman, ormai sfiorita, interpreta con grande profondità un personaggio complesso e contraddittorio. Notevole anche i visi e le espressioni delle comparse italiane. Opera probabilmente troppo avanti per l’Italia di quegli anni, in cui era ancora in voga un’idea di cinema molto rigida ancorata ai generi. Non a casa anche il capolavoro visionario di Vittorio De Sica, Miracolo a Milano di tre anni prima, subì in patria diverse critiche per non essere un film strettamente neorealista. Viaggio in Italia non è da considerarsi tra i capolavori assoluti di Roberto Rossellini ma è una tappa fondamentale nella carriera del regista e vanta tutt’ora diversi illustri estimatori, primo tra tutti il futuro cognato Martin Scorsese.

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