Ubriaco d'amore regia di Paul Thomas Anderson
DrammaticoIl giovane imprenditore Barry Egan si vede travolto da una passione disarmante per l'amica Lena Leonard. A minacciare il loro rapporto c'è però il passato di Barry e gli scherzi causati dalla sua solitudine...
A chi non è capitato di imbattersi in storie bizzarre che lasciano il segno nella memoria colletiva. La storia raccontata da questo film di Paul Thomas Anderson è una di quelle. Il cinema americano ci ha proposto storie d’amore particolari e intricate, basti pensare al Se mi lasci ti cancello di Gondry (seppure il regista sia francese) o il Me, you and everyone we know di Miranda July. Protagonista della vicenda è il giovane imprenditore Barry Egan, il quale ha la fortuna-sfortuna di avere ben sette sorelle, le quali allo stesso tempo lo amano, ma hanno un’ingerenza rilevante nella sua vita, causandogli delle psicosi all’origine delle sue difficoltà con le donne. Avere tante sorelle ha però il vantaggio di permettergli la conoscenza delle loro amiche e proprio di una di queste, Lena, Barry si innamora follemente. Prima però di conoscerla, la solitudine in cui è relegato lo porta a rivolgersi ad una hot-line, ma mai decisione presa si rivelerà più sbagliata, visto che da questo momento si troverà tormentato dai membri di un’ organizzazione a delinquere, che si nascondono dietro la facciata della hot-line a pagamento ( da segnalare tra questi il capo interpretato da uno splendido Philp Seymour Hoffman). Il film si regge molto sulle capacità espressive del protagonista maschile interpretato da Adam Sandler, che riesce abilmente a rendere le nevrosi e le psicosi di cui soffre Barry e a metterne in risalto la personalità perturbata e molto singolare (basti pensare la mania per l’accumulo dei punti premio che gli permetteranno di viaggiare in aereo gratis a vita). Un Sandler in gran spolvero che dà maggior vivacità e ilarità alla pellicola con la sua interpretazione. La protagonista femminile Lena è interpretata da Emily Watson, che certo non raggiunge i livelli interpretativi di Le onde del destino, ma non sfigura davanti all’interpretazione di Sandler, recitando con bravura e mestiere la propria parte. Tecnicamente da segnalare l’uso della camera a mano e di sequenze in cui prevale la semi-soggettiva con una preferenza accordata alle riprese in corridoi, tunnel e gallerie. La musica è spesso sincopata e accompagna i meravigliosi giochi di colore che caratterizzano tutto il film, frutto di una ricerca sviluppata dalla ILM di Lucas. Ci piace il richiamo alla storia del cinema con un omaggio del regista alla sequenza della fuga di Cary Grant in Intrigo internazionale, ripresa qui nella fuga del protagonista dai membri della organizzazione legata alla hot-line. Un film che ci colpisce per la leggerezza, ma anche per la raffinatezza tecnica e stilistica e che non lascerà insoddisfatto lo spettatore alla ricerca di valore aggiunto nel cinema americano.
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