Eternal Sunshine of the Spotless Mind regia di Michel Gondry
RomanticoJoel Barish e Clementine Kruczynski si incontrano per caso e si innamorano, ma dopo due anni le cose non vanno più bene e la loro relazione si interrompe.
Clem, per superare la rottura, decide di eliminare dalla sua mente Joel e la loro storia, così si rivolge ad una clinica che permette di cancellare i ricordi.
Quando Joel se ne accorge, decide di fare lo stesso, ma mentre si sta sottoponendo al processo di cancellazione, si rende conto che non vuole realmente dimenticare e fa di tutto per fermare la procedura…
Alle volte mi chiedo come funzioni la nostra mente: perché agiamo in certe maniere, perché ricordiamo alcuni avvenimenti e non altri, certi luoghi, persone … Il nostro cervello ha lo stesso meccanismo di un puzzle, tanti pezzi messi insieme, tutti fondamentali per renderci completi, con i nostri ricordi, desideri, sogni, ideali. Ma spesso dobbiamo fare a meno di alcuni tasselli, per volere nostro o di qualcun altro, per la vita in generale. E un conto sono i pezzi della ‘cornice’, dove di solito c’è lo sfondo o il cielo o il mare, un altro è il centro del puzzle: quando ne manca uno lì, tutto diventa più confuso.
La storia di Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet) non parla che di questo.
Cosa succede nel momento in cui una tessera viene a mancare?
Clementine vuole cancellare Joel dalla sua mente e lo fa nella maniera più letterale possibile: elimina i ricordi che ha di lui. Mette tutto ciò che li riguarda in uno scatolone e va da un vero e proprio ‘dottore’ per sbarazzarsi del passato, non rendendosi conto che forse ha proprio nascosto di sua volontà il pezzo finale e centrale del proprio puzzle. Joel quando se ne accorge si dispera, ma poi tenta di fare lo stesso per non soffrire.
Eternal sunshine of the spotless mind.
Infinita letizia della mente candida.
Ha davvero senso rimuovere il nostro passato, quando è parte di noi?
Si ritrova davvero la purezza, resettando quello che ci ha reso come siamo?
Questo magico film, in cui la regia di Gondry e la sceneggiatura di Kaufman si fondono ‘alchemicamente’, cerca di suggerire delle risposte. Così, tra sogno, realtà, desiderio inconscio e amore, la pellicola ci mostra come si possa andare al di là della mente, quando in gioco ci sono sentimenti ed emozioni, nel bene e nel male. Con flashback e intrusioni nel mondo onirico di Joel veniamo proiettati nel rapporto di coppia dei due protagonisti, ci orientiamo temporalmente grazie ai capelli di Clem che cambiano di colore come il suo umore e scopriamo che forse quello che ci spinge a non sopportare l’altro non è poi così da prendere in considerazione, se visto dalla giusta prospettiva, soprattutto quando quella persona è importante per noi.
E così, in questa nuova ottica, possiamo verificare se è meglio reinserire il pezzo originale per chiudere il quadro o decidere di cambiare, coscienti di ciò che è stato, in moda da completarci diversamente. Perché tentare di infilare qualcosa che non entra non ci farà mai stare bene ed ignorare le persone che abbiamo amato in passato sarebbe come scappare da noi stessi, perché anche se quella parte che vorremmo perdere non è delle migliori, rimarrebbe comunque attaccata a noi come un’ ombra, ancora forte perché mai affrontata, e non ci permetterebbe di andare avanti. Mentre in fondo quello che vogliamo tutti, riallacciando o meno rapporti, è proprio questo: andare avanti. Andare avanti e ricominciare.
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