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8/10

The Blind Side regia di John Lee Hancock

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

Il giovane Michael Oher vive ai margini della società americana. Abbandonato dalla madre vive grazie all'aiuto di pochi amici. Riuscirà così ad entrare in una scuola privata dove troverà persone disposte a garantirgli un futuro migliore...

Peccato che questa pellicola per la quale Sandra Bullock ha vinto l’Oscar per la migliore interpretazione femminile, non sia uscita nei cinema italiani, ma la sua diffusione avvenga solo tramite supporto DVD. Una pellicola toccante per la storia che ci narra: la resurrezione di un ragazzo che dopo anni di vita sbandata, dimenticato da tutti e in primis dalla madre, trova l’affetto di una famiglia che lo fa crescere e gli apre le porte della realizzazione di sé attraverso lo studio e lo sport.

Michael Oher, detto Big Mike, un ragazzo indifeso che vive senza lamentarsi  la propria condizione di reietto: non ha una casa ma ha una dignità che difende, come difende e protegge tutti coloro che gli vogliono bene. Uno spirito protettivo che basta risvegliare per trovarsi davanti un ragazzo pronto a tutto. Questa caratteristica lo aiuterà a trovare un posto nel mondo del football americano, dove lo spirito di squadra e di protezione dei propri compagni portatori di palla è essenziale. Conquisterà  i molti che lo incontreranno e che gli daranno una chance nella vita.

La storia a cui si ispira la pellicola è una storia vera: davvero un giorno la famiglia Tuhoy ha deciso di “adottare” Mike, di farlo diventare parte della famiglia, di offrirgli un tetto e di accompagnarlo nella vita. Una scommessa che li ha visti vincitori, dato che sono riusciti a cambiare in meglio la vita del ragazzo e a farlo uscire da una situazione in cui, purtroppo, molti ragazzi americani si trovano, lasciati a sé stessi nei ghetti, abbandonati da genitori drogati o alcolizzati, che non sanno essere responsabili o non vogliono dedicare la propria vita ai figli.

Certo Sandra Bullock riesce ben ad interpretare la signora Tuhoy, con quella determinazione che la caratterizza e che la rende quindi verosimile, laddove debba prendere decisioni tanto importanti per la propria vita e per la vita di Mike. C’è un buon affiatamento tra gli attori che interpretano la famiglia Tuhoy e questo contribuisce alla riuscita del film. Tecnicamente il film non è ricercato e per molti versi assomiglia ad un buon film per la tv, cosa che tuttavia non gli ha impedito di correre per gli Oscar. Ci fa riflettere che una pellicola che tratta temi tanto delicati non riesca a trovare posto nella normale programmazione cinematografica che lascia invece spazio, molte volte, a pellicole frivole il cui valore culturale o sociale è praticamente risibile.  

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