R Recensione

8/10

Padri e Figlie regia di Gabriele Muccino

Drammatico
recensione di Gloria Paparella

Dopo un incidente stradale, in cui è morta la moglie, lo scrittore Jake Davis inizia a soffrire di disturbi psichici. Si ritrova da solo a crescere la figlia Katie, con la pressione di un romanzo da completare. Ma quando la sua condizione psicologica si aggrava è costretto ad affidare la figlia alla zia materna. Una volta cresciuta, Katie dovrà affrontare i traumi dell'infanzia che l'hanno portata all'incapacità di amare.

 

Dirompente e commovente per la sua profondità e per la sincerità che segna questa storia. L’ultimo lavoro di Gabriele Muccino è una storia forte, che lascia il segno nello spettatore. Non si tratta della solita trama di un padre che si trova a crescere da solo la figlia di cinque anni, ma di una moltitudine di sfaccettature che questa relazione comporta.

Padri e figlie è la storia d’amore tra un padre e una figlia che vivono a New York da soli dopo la morte della moglie/madre in un incidente stradale; è un racconto che si svolge su due piani paralleli ma lontani nel tempo. Il film, infatti, si sposta avanti e indietro tra gli anni Ottanta, il periodo in cui Jake Davis (Russell Crowe), romanziere premio Pulitzer, lotta contro un serio disturbo mentale mentre cerca di crescere nel miglior modo possibile la piccola Katie. Venticinque anni dopo, Katie è una splendida ragazza che si affaccia alla vita, ma che combatte ancora con i demoni della sua infanzia tormentata e l’incapacità di abbandonarsi ad una storia d’amore.

Al centro del film, tratto dalla sceneggiatura di Brad Desch, c’è l’amore e le delusioni che questo spesso comporta: l’amore di un padre per una figlia e, soprattutto, di una figlia per un padre, unico legame biologico che le è rimasto e che, ella teme, possa prima o poi abbandonarla. Per questo per Katie, interpretata nella fase adulta da Amanda Seyfried, è meglio non amare, usare gli uomini come distrazioni veloci, senza costruire legami; il viaggio che la giovane compirà sarà proprio quello di riuscire a superare il suo istinto autodistruttivo per imparare ad arrendersi all’amore. Padri e figlie è, così, un percorso di crescita, ci fa capire quanto la nostra infanzia incida sul tipo di persone che diventiamo.

Il livello del cast è prestigioso: Russell Crowe è assolutamente un gigante nella sua interpretazione di un uomo non solo malato, ma che sta attraversando una fase critica della sua vita, tra pessime recensioni letterarie, la mancanza di denaro e la lotta contro gli zii materni della piccola che ne chiedono l’adozione. La sua prova in questo film lascia a bocca aperta e dimostra quanto egli sia uno dei più grandi attori degli ultimi 20 anni. Anche Amanda Seyfried porta a casa una performance potente: l’attrice non nasconde la sua vulnerabilità nell’interpretare una ragazza alla fine mai cresciuta veramente, in lotta con le sue paure e capace alla fine di vincerle.

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