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5/10

Le leggi del desiderio regia di Silvio Muccino

Commedia
recensione di Gloria Paparella

I desideri dell'uomo muovono il mondo. E ogni giorno, per riuscire a ottenere l'oggetto del nostro desiderio, modifichiamo noi stessi e la nostra realtà. O perlomeno, cerchiamo di farlo. Secondo Giovanni Canton, il carismatico e funambolico trainer motivazionale protagonista di questa storia, ci sono delle tecniche precise che possono aiutarci a raggiungere quello che desideriamo, sia esso il piacere, il lusso, il potere, il successo o l'amore. Considerato dai suoi tanti fan una sorta di profeta, e da molti altri un cialtrone che si approfitta delle debolezze altrui, Canton decide di dimostrare la veridicità delle sue teorie organizzando un concorso per la selezione di tre fortunate persone che verranno da lui portate in sei mesi al raggiungimento dei loro più sfrenati desideri. Ma l'intenso rapporto che si stabilirà fra il life coach e il terzetto prescelto produrrà effetti inaspettati nella vita di tutti loro, soprattutto in quella di Canton.

Dopo 4 anni di totale assenza dal grande schermo, Silvio Muccino torna sul grande schermo con Le Leggi del Desiderio, suo terzo film da regista scritto a quattro mani con Carla Vangelista. Una commedia  incentrata sulla controversa figura del Life Coach, un “allenatore dell’anima” in grado di portare a compimento i nostri più reconditi desideri ricorrendo a tecniche collaudate quanto discutibili. A calarsi nei panni del trainer motivazionale, Giovanni Canton, è lo stesso Muccino, che guida altri tre personaggi, tutti emblematici della nostra epoca, alla ricerca di un’identità e di un riscatto sociale: Matilde (Nicole Grimaudo), una donna single innamorata del capo sposato; Ernesto (Maurizio Mattioli), sessant’enne disoccupato; e Luciana (Carla Signoris), segretaria in Vaticano con la passione per la scrittura di romanzi erotici. Nelle loro vite Giovanni, sicuro di sé, intraprendente, spregiudicato, irrompe come un ciclone, pronto a fare la parte del genio della lampada, predicando quali sono le “leggi del desiderio”, ovvero la ricerca di successo e felicità in un mondo dominato dall’incertezza.

La pellicola ci invita a riflettere sul significato stesso di successo e felicità, diffidando da soluzioni semplicistiche e preconfezionate, poiché spesso l’insoddisfazione è generata dal confronto con modelli irraggiungibili, proposti massicciamente dalla società contemporanea.

Seppur la storia adotti la formula della parodia e toni dissacratori, con alcuni momenti di leggerezza riusciti grazie all’esilarante Mattioli, la vena sentimentale che avvolge il film nel descrivere il rapporto tra il protagonista e Matilde appare fuori luogo, risultando anch’esso la parodia di un’emozione. Insomma, dalla critica alla società di oggi basata su modelli vincenti a cui assomigliare, il film si perde nella classica storia d’amore che sostanzialmente porta avanti la trama.

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