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6/10

Two Mothers regia di Anne Fontaine

Drammatico
recensione di Gabriella Massimi

Inseparabili fin da bambine, Lil e Roz vivono in perfetta simbiosi con i loro figli, due ragazzi dalla grazia singolare che sembrano quasi un'estensione delle madri. I mariti sono assenti. Inspiegabilmente, e tuttavia come piegandosi all'inevitabile, le due donne si avvicinano una al figlio dell'altra, in una relazione che si fa subito passionale. Al riparo dallo sguardo degli estranei, in un paradiso balneare quasi soprannaturale, il quartetto vivrà una storia fuori dell'ordinario fino a quando l'età non metterà fine al disordine. Almeno apparentemente...

Two Mothers è l'ultima pellicola di Anne Fontaine, regista e attrice francese che ricordiamo per film come Coco avant Chanel del 2009 e Nathalie… del 2003.

In questa occasione la Fontaine, sotto consiglio del coproduttore Dominique Besnehard, si è cimentata nella trasposizione sul grande schermo di un breve romanzo di Doris Lessing: Le nonne.

Inizialmente l'intento era di girare il film in Francia, ma a causa della location e della psicologia dei personaggi, non adatti a degli attori francesi, si decise di realizzarlo in inglese e in Australia.

Per questo motivo troviamo tra i protagonisti due brave attrici, l'inglese Naomi Watts e l'americana Robin Wright; e due giovani attori australiani, James Frechville e Xavier Samuel.

Come ricreare lo scenario paradisiaco del libro che incornicia la vicenda se non recandosi in una qualche celestiale laguna australiana?

Scenario favorito della pellicola e habitat ideale dei nostri personaggi è il mare, e il mare australiano è quanto di più bello si possa immaginare. La maggior parte delle scene del film contiene questo elemento; anche alcune sequenze girate in interni presentano spesso sullo sfondo la spiaggia bianca e l'acqua azzurra.

E' con i loro giochi in acqua e sulla piattaforma al largo che crescono le due amiche Roz e Lil, Robin Wright e Naomi Watts; ed è sempre col e nel mare che crescono i due rispettivi figli Tom e Ian, James Frecheville e Xavier Samuel.

Questi quattro soggetti, quattro spicchi di una mela che sarà al centro di uno dei numerosi pranzi, sono il fulcro di tutto il film e lo rimarranno dall'inizio alla fine. Una novità rispetto al libro dove invece i personaggi affini e i mariti di Roz e Lil vengono maggiormente sviluppati.

Questa sottospecie di famiglia con la morte del marito di Lil e la partenza per Sidney del marito di Roz si isola sempre di più dal resto della società; ed ecco che pian piano ma abbastanza velocemente le coppie madri-figli si incrociano.

Il primo legame, il più forte, è quello tra Ian e Roz. Sguardi languidi e intensi li portano al fatidico primo bacio, lungo, appassionato, ma anche colmo di sensi di colpa e sgomento.

Diversa è la coppia Lil-Tom. Il giovane, quasi per ripicca nei confronti della madre e del migliore amico, si reca a casa di Lil che lo rifiuta in un primo momento; ma la forte unione che si instaura tra Ian e Roz porterà anche Lil e Tom ad avvicinarsi, anche se quasi più per un effetto-specchio che non per vera attrazione. 

Adesso comincia la loro vita di madri-figli-amanti. Le donne, felici ed elettrizzate, sono comunque ben consapevoli che questa situazione non potrà durare per sempre.

Quando Tom conosce la giovane Mary rompe quell'equilibrio, quella simmetria che convincerà Roz a interrompere la relazione con Ian per permettere anche a lui di intraprendere la strada "giusta". 

Il finale è l'elemento che si distacca di più in assoluto dal libro, oltre ovviamente la sequenza cronologica dei fatti.

Leggendo il libro il lettore sente di arrivare a un capolinea, a una sorta di resa dei conti, ma la Fontaine con il suo finale aperto lascia il nostro quartetto in sospeso e ancora attraversato da questioni irrisolte; gli scheletri per ora sono dentro gli armadi, ma è probabile che prima o poi verranno fuori.

In conclusione si può ritenere la pellicola un lavoro credibile e abbastanza fedele al libro.

Se sorvoliamo poi sullo stereotipo dei corpi scultorei dei due giovani e sul fatto che nonostante gli anni che passano le due donne non invecchiano di una virgola, lo spettatore riesce a recepire l'immagine di questi rapporti trasgressivi, omosessuali, "traslatamente" incestuosi.

Un libro di una grande scrittrice, con una trama tratta da una storia vera, ha dato ispirazione a un film che farà parlare; forse alcuni ne diranno male, come ai tempi avevano detto del libro, considerandolo "un miracolo di cattiveria morale" e molto provocatorio; altri invece lo apprezzeranno soprattutto se saranno in grado di analizzarlo per quello che cerca di comunicare, osservarlo attentamente nei suoi numerosi primissimi piani e non ritenerlo ambasciatore di alcun messaggio rassicurante.

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