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7/10

Fair Game - Caccia alla Spia regia di Doug Liman

Azione
recensione di Matteo Triola

Ufficiale della CIA sotto copertura, Valerie (alias Naomi Watts) conduce un’inchiesta sull’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Il marito di Valerie, l’ambasciatore Joe Wilson (l'irresistibile Sean Penn), viene coinvolto in un’indagine a sostegno di una presunta vendita di uranio arricchito da parte della Nigeria. Quando le sue scoperte vengono ignorate e l’amministrazione Bush usa la questione per argomentare la necessità di dichiarare guerra, Joe decide di scrivere un editoriale sul New York Times che illustri le sue conclusioni, criticando apertamente l’operato del governo in Iraq. Poco dopo, la copertura di Valerie verrà misteriosamente “bruciata” da un giornalista di alto profilo a Washington, come cinica vendetta da parte del governo per quanto scritto da Joe. I contatti di Valerie all’estero sono adesso in pericolo. Dopo anni di leale servizio per il governo del proprio Paese, Valerie - madre, moglie e ufficiale con uno stato di servizio impeccabile - ora lotta per salvare la sua reputazione, la sua carriera e la sua famiglia.

Fair Game” nasce come potente autobiografia-scandalo di un’ex-agente segreto e finalmente arriva sul grande schermo, trasposta da un abile Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. and Mrs. Smith, Jumper) e da un potente cast artistico, che può far leva sulle interpretazioni del duo Sean Penn-Naomi Watts (davvero in gran forma la ragazza).

In corsa per la Palma d'Oro al Festival di Cannes 2010, Liman ci porta oltre il selciato di casa nostra per scavare nella vita di tutti i giorni di una mamma e di una moglie, apparentemente come tutte le altre, che con i vicini finge di essere una manager in carriera ma che in realtà corre da un angolo all'altro del globo, al servizio della CIA.

Valerie Plame infatti, agente segreta di prim'ordine, zelante e ferrea come una guardia svizzera, con una carriera sfavillante davanti a sé, avrà la sfortuna di essere inviata a investigare sulla produzione di armi di distruzione di massa nell’Iraq post 11 Settembre. Suo marito - l’ambasciatore Joseph Wilson – viene spedito in Africa per indagare sul presunto traffico di uranio dal Niger all’Iraq di Saddam Hussein. (Siamo negli anni tra il 2002 e il 2003). A indagini terminate, Wilson arriva alla conclusione che fosse “altamente improbabile” che dell’uranio fosse stato trasferito dalle due miniere del Niger (sotto l’assiduo controllo di Spagna, Francia, Germania e Giappone) per raggiungere l’Iraq. L’ambasciatore firmerà un infuocato articolo per il New York Times nel quale racconta quello che aveva visto - o meglio, che non aveva visto! - in Africa, suggerendo che probabilmente l’entità della minaccia irachena fosse stata gonfiata per rendere più accettabile l’imminente guerra.

Solo una settimana dopo – alle volte le coincidenze... - il giornalista Robert Novak, su ispirazione dell'oracolo-spifferone CIA, rivelerà l’identità di agente segreto della Plame nel suo editoriale sul Wall Street Journal. La povera Plame viene sbattuta in prima pagina, e i vicini e gli amici non la guarderanno più con la stessa faccia. Da questo momento le cose precipitano, portandosi dietro conseguenze disastrose fin nelle sacre mura domestiche – non proprio resistentissime, in realtà, come capiamo sin dall'incipit.

La vicenda a suo tempo scatenò un vero e proprio uragano politico-istituzionale, che si risolse nella condanna di Lewis Libby, assistente di Bush, accusato di essere il responsabile della fuga di notizie su Valerie Plame. Ormai allo scoperto, con una carriera sbriciolata alle spalle e un pensionamento troppo distante (12 anni!) all’orizzonte, Valerie Plame decise di ricostruirsi uno stipendio mettendo nero su bianco la sua storia. Il risultato fu il mirabile “Fair Game: My Life as a Spy, My Betrayal by the White House" (412 pagine, Simon & Schuster).

Ma prima di poter arrivare sugli scaffali delle librerie, il libro dovette passare ovviamente sotto la lente d'ingrandimento della grande sorella CIA, che lo lesse e lo rese alla Plame dopo averlo adeguatamente purgato. Ma la Plame è pur sempre un agente segreto, e non ha avuto voglia di svendere la pelle né di fare sconti; così ha scelto di pubblicare il libro lasciando gli omissis barrati in nero e integrando i pezzi eliminati con un’appendice di circa 80 pagine, contenenti la documentazione necessaria al lettore per riempire da solo i gap imposti dalla censura. Con ogni probabilità – come speriamo - il librò verrà stampato anche in Italia, andando a far luce su uno dei momenti più oscuri della guerra in Iraq.

Fair Game è assai distante da Bourne Identity, e non si può certo dire che questo sia un film d'azione in senso stretto. Certo, si parla di politica estera, guerra, ma scordatevi di vedere inseguimenti mozzafiato, bombardamenti e raffiche di proiettili per circa metà del film! Quello di cui il film si occupa in realtà - spostandosi tra location diversissime come New York, Baghdad o il Cairo – è di scavare nel privato di Valerie-Watts, eroina contemporanea in gonnella che si arrabatta cercando di tenere le redini tra figli, marito e lavoro. La vita della spia può essere dura al giorno d'oggi, specie se la compagnia governativa per la quale lavori ci mette lo zampino. Poco a poco Liman (che del film è anche produttore e direttore della fotografia), ci mette a contatto con le difficoltà emotive e relazionali di Valerie, alle prese con un marito esigente e narcisista. Il loro stesso matrimonio arriverà ad essere messo in pericolo, dopo lo scandalo, per lo scontro tra la posizione riservata di Valerie – vita da spia, vissuta nell'ombra – e quella di Joe, combattivo e dal mediatico carisma.

Rilettura avvincente del mito della fenice, che risorge dalle sue spionistiche ceneri, il film deve molto ai suoi sceneggiatori, Jez Butterworth e John-Henry Butterworth, che riescono nell'impresa titanica di adattare due libri scottanti come“The Politics of Truth” di Joseph Wilson e “Fair Game” di Valerie Plame Wilson, lasciando entrambi gli scrittori entusiasti e avvalendosi addirittura dei loro consigli.

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