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4/10

Nemiche per la pelle regia di Luca Lucini

Commedia
recensione di Giulia Betti

Due nemiche giurate, due donne opposte per temperamento e stile di vita si ritrovano a condividere il figlio del loro ex-marito avuto non si sa né dove né quando. Lucia e Fabiola, ambedue inadeguate alla maternità, animate inizialmente dall'antico astio e da mere questioni ereditarie, iniziano un viaggio dentro se stesse e dentro questa maternità tardiva e inattesa, ma proprio quando il piccolo Paolino comincia a far breccia nei loro cuori, gli viene sottratto e dovranno unire le forze per riottenerne l'affidamento.

C’è ben poco da dire nei riguardi di questo ennesimo esempio di cinema italiano fatto di solo involucro e totalmente dimentico di contenuto, un certo cinema tutto nostrano che si sta cercando di combattere applaudendo le riuscite sperimentazioni di qualche giovane audace autore, i suoi premi vinti ed i consensi ricevuti, tanto di pubblico quanto di critica. Ed ecco che si va subito fuori discorso, si svia, ci si perde, perché si vorrebbe aver più spazio da dedicare a cose interessanti piuttosto che ad un’altra drammatica commedia che trova una distribuzione al posto di opere più meritevoli. Due attrici capaci, come Margherita Buy e Claudia Gerini, che grazie alla loro esperienza e alla naturale simpatia e stima che procurano negli e ricevono dagli spettatori e dalla stampa, riescono a non far uscire dalla sala un pubblico annoiato e (sé ancora desto) di certo non stupito da tanta insipida farcitura. La debolissima sceneggiatura sostenuta dallo scheletro pluri-erniato di una commedia italiana che appare molto menomata, e da una floscia muscolatura deficiente di tonicità, fatta di pregiudizi, stereotipi e brutte gag è certamente il tallone d’Achille dell’opera di Luca Lucini, il quale pare nascondersi dietro una regia da compitino accademico che lascia trasparire solo tanta aridità ideologica.

A partire dal titolo Nemiche per la pelle che tradisce l’assoluto disinteresse nel trovare un nome dignitoso ad un’opera che vorrebbe essere rispettabile, ci rendiamo conto di quanto questo film appaia come fatto per la noia e la voglia di buttar su un set e sparare “du fregnacce” (omaggiando il calzato romano di una Gerini che mal diretta non riesce ad eguagliare la fantastica Gessica Sessa di vent’anni fa). “Nemiche per la pelle” si identifica in un qualcosa che non è né critica alla società, né manifestazione di un’esigenza attuale, né pura metafora o blanda osservazione di un’ Italia al tracollo, come il nostro Paese da tempo dimostra d’essere, e nemmeno sano e decente intrattenimento d’evasione. Allora proviamo a farci una domanda semplice: a che serve un film del genere ora e adesso al nostro cinema italiano e al nostro pubblico? Non sorprende per la sua bellezza estetica, non insegna e non rimprovera, si fa burla anzi di quelli che sono oggi giorno tragedie gravi e dolorose legate al rapporto servizi sociali - famiglie problematiche. Le azioni compiute dai due personaggi femminili nell’arco della narrazione sono inverosimili, ma non in modo assurdo grottesco e quindi azzarderei...artistico, solo in modo scorretto. Figlie di una facile gestazione in fase di pre-produzione, condotta in apparenza sbrigativamente e senza porsi troppe domande a tutela del pubblico e della sua sensibilità-cultura-intelligenza, le scene si susseguono senza meta, morale, disegno finalizzato a un qualche traguardo non banale, che potrebbe anche semplicemente essere far divertire il pubblico, ennesima cosa che non riesce nel suo intento.

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