V Video

R Recensione

4/10

What is Left? regia di Luca Ragazzi, Gustav Hofer

Documentario
recensione di Pasquale D'Aiello

Un documentario che prova a tracciare lo stato della sinistra italiana a ridosso delle elezioni politiche del 2013 che sembrano, in apparenza, aver scomposto il classico schema di destra e sinistra. Un momento storico che vede al governo l'inedita alleanza di governo tra destra e sinistra e l'insorgere di un novo soggetto, il Movimento 5 stelle, che si autodefinisce fuori da queste categorie. Gli autori provano a definire la sinistra attraverso un'indagine tra i partiti che si richiamano a questo concetto.

Il documentario dei due giornalisti si propone di effettuare, in tono ironico, una ricognizione sullo stato della sinistra italiana, provando a ritrovare le radici di ogni spezzone e, se possibile, gettare lo sguardo su un possibile futuro. Ne emerge un quadro frammentato, composto da soggetti politici deboli, incerti e privi di forte presa sull'elettorato. L'indagine passa in rassegna diversi partiti della sinistra, giudicati e commentati nella vita quotidiana dei due autori, anche attraverso alcuni siparietti. In primo luogo l'attenzione si posa sul PD, che viene inquadrato attraverso lo sguardo dei militanti di alcune sezioni romane, da cui emerge una base confusa che desidera una dirigenza pulita, capace di guidarli con decisione verso un governo che possa essere almeno decentemente riformista ma è pronta ad ingoiare rospi di tutte le dimensioni in nome di un senso di responsabilità  che è diventato la cifra più significativa di questo popolo. Li si può ascoltare mentre si chiedono allibiti perchè i loro stessi figli siano diventati elettori di Grillo e faticano parecchio a darsi una risposta. La sintesi su questo partito prova a farla un giovane eletto, Enzo Lattuca, che si dichiara esterrefatto del cinismo che attraversa la dirigenza del suo partito e si dimostra chiaramente inadeguato a farci fronte.

Subito dopo tocca a SEL, il partito si Nichi Vendola, dimostrare di che pasta è fatta. La parola va anche qui ad una giovane eletta, Celeste Costanino, che dichiara che il posto della sinistra è accanto agli emarginati, i deboli, i poveri, i carcerati, decentrandosi totalmente dal concetto di lavoro e questo la dice lunga sullo stato di confusione della sinistra italiana. Per dovere di cronaca i due autori fanno un salto anche in un convegno di un partitino comunista e non possono non coglierne lo stato di arretratezza, quantomeno del linguaggio ma, per onestà, Luca Ragazzi deve ammettere che lui comunista di certo non lo è più. Per Gustav Hofer, di origine altoatesina, che si è formato con i concetti di Alexander Langer, il problema di definirsi comunista non è mai esistito e il suo riferimento in questo momento è Barak Obama. Per chiudere il cerchio sui partiti più o meno di sinistra, c'è anche un'escursione nel mondo grillino, con un'intervista al deputato Alessandro Di Battista e qualche battuta colta tra la gente al comizio di Grillo a piazza San Giovanni, che testimoniano di uno stato, se possibile, ancora più confusionario degli altri soggetti politici. In questo contesto si straparla di superamento dei concetti destra e sinistra, con mirabolanti richiami all'idea di giusto, roba da far impallidire la piattaforma dell'Uomo Qualunque di Giannini. Per provare a mettere ordine in questo quadro confusionario ci sono anche due interviste a Barca e Rodotà  ai quali si chiede di fare chiarezza almeno sui concetti di base della sinistra. E qui, finalmente, vengono pronunciate, quasi sommessamente e con toni sfumati, alcune parole chiave: lavoro, mezzi di produzione, capitale, lavoratori ma anche diritti individuali e libertà civili. Ma Barca è stato fatto fuori dalla corsa per la leadership del PD e Rodotà da quella per il Quirinale e la firma sui due "delitti" è proprio del PD.

Questo, in sintesi, è il risultato dell'indagine. E non si può certo dire che sia una sorpresa. Purtroppo il film non riesce a scavare sotto la superficie della politica degli eletti (che, anche se giovani, non riescono a dare nessun contributo innovativo), dei partiti e del dibattito parlamentare. Quando un contesto entra in crisi, le motivazioni della sua crisi e le sue possibili evoluzioni vanno ricercate anche e soprattutto fuori dal suo perimetro. Qui manca totalmente l'indagine nella società, nei luoghi di lavoro e nei contesti dove si producono conflitti, innovazione e senso. E, infatti, non si riesce a dare spiegazioni credibili della crisi e anche sulle prospettive future non si può andare oltre un augurio di pronta guarigione. La sinistra non è la risultante dei partiti che si richiamano più o meno vagamente alla parola sinistra, che rischia di essere un procedimento nominalistico. La sinistra è un visione del mondo. Non si può ricavare la visione partendo dai partiti ma occorre fare il contrario. Occorre riconoscere i soggetti di sinistra partendo da quella visione. E la visione è quella del lavoro e dei lavoratori. Questa è la base concettuale. E se Marx non lo si vuole leggere perchè non più cool, si potrebbe almeno sfogliare Destra e Sinistra di Bobbio.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo film. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.