R Recensione

7/10

Firenze e gli Uffizi 3D/4K regia di Luca Viotto

Documentario
recensione di Giulia Betti

Il film attraversa i luoghi simbolo di Firenze dalla Cappella Brancacci (con gli affreschi di Masolino e Masaccio, emblema del passaggio da Medioevo a Rinascimento) al Museo del Bargello che ospita il David di Donatello; da S. Maria del Fiore con le sue sfavillanti vetrate e la Cupola del Brunelleschi a Palazzo Medici; da Piazza della Signoria a Palazzo Vecchio sino alla Galleria dell'Accademia, che custodisce il David di Michelangelo. Cuore del film è naturalmente la Galleria degli Uffizi: gli spettatori potranno accedere all'interno della Tribuna (luogo visibile al pubblico solo da tre punti esterni) e Antonio Natali (direttore della Galleria dal 2006 al 2015) ci accompagnerà tra le opere. L'excursus narrativo all'interno della Galleria va da Giotto a Gentile da Fabriano e Piero della Francesca, a Raffaello e Tiziano, dall'Annunciazione di Leonardo al Tondo Doni di Michelangelo, senza tralasciare le opere simbolo quali la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli e lo Scudo di Medusa di Caravaggio, quest'ultimo inserito all'interno di un capitolo dedicato alle opere "mostruose" della Galleria, tra cui la Madonna della Arpie di Andrea del Sarto, la Calunnia di Botticelli e Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi. Una perla di Firenze e gli Uffizi 3D/4K sarà costituita dallo svelamento del restauro in corso dell'Adorazione dei Magi di Leonardo, assente dagli Uffizi dal 2011. Il soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti, racconterà i risultati delle analisi e fornirà inediti approfondimenti su elementi comparsi durante il restauro oltre che interessanti dettagli sulle tecniche utilizzate.

Ad arricchire il film, spettacolari immagini aeree della città, realizzate grazie all'utilizzo di un elicottero e un drone e riprese esclusive in luoghi o punti di vista inediti, come la Cupola del Brunelleschi e Piazza della Signoria ripresa all'alba, deserta, in tutta la sua magnificenza. E ancora il David di Michelangelo, con esclusive riprese frontali e da distanza ravvicinata.

 

Certo a Firenze, ai fiorentini vivi e e a quelli defunti fischieranno sicuramente le orecchie.

 

Secondo Andy Warhol la cosa più bella di Firenze è il McDonald’s, e lui, si intende, era un artista.

 

Che non si fosse accorto di tutto quell’ambaradam rinascimentale che gli sorgeva dintorno, impedendogli lo spostamento da un fast food all'altro? Ma può darsi, su via, che fosse solo un modo di dire, una strafottenza gratuita per apparire eccezionale, o magari chissà, glie l’avranno attribuita dei giornalisti in cerca di scoop, o avrà parlato per lui qualche sostanza stupefacente. Ciò che è sicuro, è che tutto si può dire di Firenze tranne che non sia un bellissimo museo a cielo aperto, non a caso patrimonio dell’umanità.

Lei che come una lattante giace radiante in una conca ad anfiteatro, una culla naturale, circondata su tre lati dalle incantate colline argillose di Cercina, le quali assomigliando alle fate madrine di grimmiana memoria, paiono averle fatto dono di bellezza, virtù e cultura. Firenze, attraversata dall’Arno e dall’Arte, è universalmente riconosciuta come luogo d’origine del Rinascimento e ciò è sembrato un sufficiente motivo per renderla protagonista di quello che è stato definito “il film d’arte più atteso della stagione”.

Il documentario Firenze e gli Uffizi 3D/4K Viaggio nel cuore del Rinascimento, è ovviamente progenie del successo di Musei Vaticani 3D, che si classificò come contenuto d’arte più visto nella storia del cinema nel mondo.

Sky 3D, in collaborazione con Sky Arte HD, Nexo Digital e Magnitudo Film, spera ovviamente di poter affermare a gran voce “tale padre, tale figlio”, che verrebbe a dimostrare la piena riuscita anche del documentario sulla città Toscana, il quale sarà al cinema dal 3 al 5 Novembre per dilettare tutti con la bellezze artistiche della nostra “amata quando ci fa comodo” patria.

Le protagoniste del documentario sono quelle grandiosità architettoniche, scultorie e pittoriche che purtoppo non ci riescono più e che, pur essendo state girate e risvoltate come calzini vecchi per farne gallinelle dalle uova d’oro, si continuano a piegare ad altri utilizzi per riciclarne il potenziale. E si sa che in Italia è sempre la pollastra vecchia a far buon brodo, vale a dire che siamo abituati a vantarci per ciò che siamo stati, e se la “padella” utilizzata per cucinarlo non è proprio Made in Italy, almeno il cuoco è il milanese Luca Viotto, che firmò la sua prima esperienza cinematografica con Rapid Eye Movie.

Sempre riciclando la metafora culinaria, arriviamo alla conclusione che oltre alla carne, al pentolone e al cuoco, per fare un brodo che si rispetti è necessaria pure una certa sostanza. Allora si sceglie una minestra, una pastina corta, dei cappelletti, dei tortellini, dei passatelli, ciò che più aggrada il pubblico, ma per l’amore dell’arte gastronomica mai può essere concepito che venga messo a ribollire nel saporito brodo italiano del dannato Fish and Chips inglese. Eppure, causandomi un odioso reflusso gastro esofageo, le mitiche menti del progetto, probabilmente per esigenze commerciali e di contratto, chi mi vanno a mettere come interprete di Lorenzo de Medici, meglio conosciuto come Il Magnifico? Simon Merrells... che con impeccabile (e ci vorrebbe pure..) inglese, ci parla della “sua” Firenze, rendendosi ahimè ridicolo, soprattutto perché disgraziatamente doppiato in italiano in maniera disastrosa.

Allora io mi chiedo e vi chiedo, un documentario americano sfrutterebbe mai un italiano (non anglofono) per interpretare un personaggio storico newyorkese, facendogli recitare tutta la parte in italiano per poi doppiarlo? E allora perché noi dobbiamo sempre fare queste figure barbine da principianti?

 

 

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