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R Recensione

4/10

Benvenuti al Sud regia di Luca Miniero

Commedia
recensione di Carlo Affatigato

Alberto (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia (Alessandro Siani), al quale darà una mano per riconquistare il cuore della bella Maria (Valentina Lodovini). Il problema ora però è un altro: come dirlo a Silvia? Già, perché da quando è partito, non solo il loro rapporto sembra rifiorito, ma agli occhi dei vecchi amici del nord Alberto è divenuto un vero e proprio eroe...

Trattasi di commedia. Dunque le prime curiosità che vengono in mente sono: si tratta di un film divertente? Fa sorridere? E' piacevole, godibile?

Risposta: sì, nel complesso il film diverte, e in certi momenti si ride anche tanto. Il merito qui va suddiviso tra interpreti e scrittori. Da un lato, Bisio e la Finocchiaro svolgono il proprio ruolo in maniera egregia, con una particolare nota di merito ad Angela, bravissima nel rappresentare gli stupidi timori prevenuti di chi, residente al Nord Italia, immagina il meridione alla stregua di un campo-nomadi somalo. Dall'altro lato, il film ha delle belle idee, che giocano astutamente sui comportamenti sociali dell'esemplare italiano: gli spunti più divertenti sono le acrobazie di Alberto-Bisio nel cercare di convincere amici e familiari che "stare al Sud è davvero difficile", e l'iperbolica messinscena di un intero comune partenopeo per spaventare Silvia-Finocchiaro (con tanto di scippo in scooter e sindaco con fucile a due canne).

Però l'analisi del film non può fermarsi qui. Perchè intento dichiarato della pellicola è evidenziare la stupidità dei luoghi comuni di cui si convince chi dal Nord giudica il Sud senza conoscerlo. Il messaggio che si vuole comunicare sta tutto nell'ironia della Finocchiaro, che dopo aver visto coi suoi occhi ciò che aveva sempre mal visto a priori, si interroga: "E io sono cretina, vero?". Ecco, qui la domanda che dobbiamo farci è: riesce il film a trasmettere questo sacrosanto messaggio allo spettatore?

Risposta: non benissimo. Nel senso che il messaggio c'è e arriva, ma riflettendo bene ci rendiamo conto che alcuni aspetti potevano essere migliorati. La prima parte del film concentra quelle false convinzioni riguardo al Sud Italia sul personaggio della moglie, esasperandone le preoccupazioni in modo grottesco (le epidemie di colera, le temperature sopra i 50 gradi, l'incomprensibilità del parlato meridionale). Con risultati piuttosto fastidiosi, non soltanto per chi al Sud ci vive, ma per chiunque possieda un briciolo di buonsenso. Poi finalmente il Sud arriva, e ci si aspetta un grandioso, netto riscatto delle terre campane contro i pregiudizi finora esposti. E invece assistiamo a delle immagini che in parte giustificano quei pregiudizi: i personaggi osservati risultano effettivamente incomprensibili nel parlato (il pensionato del "postamàt"), rozzi (la pernacchia di Costabile grande), poco produttivi ("Direttore, ma qui non c'è mai niente da fare prima di mezzogiorno"), incivili (l'immondizia buttata dal balcone come prassi quotidiana), quasi animaleschi (l'impulsività a tratti rabbiosa di Mattia-Siani, la reazione manesca del motociclista su Alberto).

E allora da questo punto di vista l'obiettivo fallisce miseramente. La rappresentazione del Sud non risulta sufficientemente convincente e non rassicura abbastanza sulla completa irragionevolezza delle credenze prima esposte. E non può essere accolta nemmeno l'obiezione riguardo al fatto che è stata scelta una piccola località tra le montagne campane, e che quindi molte anomalie sono giustificate: perchè la cosa può essere vera, ma lo è anche per i piccoli borghi dell'oltrepò pavese o della valtellina, e il paragone con un comune dell'hinterland milanese non era opportuno.

Più azzeccato sarebbe stato il confronto con una città come Messina, Brindisi o la stessa Napoli, che offrono le stesse bellezze naturali, relazionali e climatiche di Castellabate, ma anche adeguate efficienza e civiltà. Così però, con tutta probabilità il film avrebbe fatto ridere meno. Perchè è su questo che l'umorismo di Benvenuti al Sud si poggia: su quella stessa immagine ridicola che vuole demonizzare. Un'incoerenza imperdonabile.

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Voto degli utenti: 5,9/10 in media su 7 voti.

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bargeld alle 20:07 del 20 ottobre 2010 ha scritto:

Non ho visto il film, ma ho visto l'originale francese (Giù al Nord), e non capisco come siano riusciti a far passare totalmente sotto silenzio il "particolare" che questo fosse una copia adattata al bel paese di quella commedia. Alcune sequenze viste nel trailer cinematografico sono identiche in maniera imbarazzante. Quel film mi era piaciuto, questo non so se lo vedrò (ho sentito di un inserimento di prodotti a fini commerciali assai invadente, e la cosa mi ha fatto rabbrividire). Bell'esordio, Carlo, un'analisi assolutamente lucida!

synth_charmer, autore, alle 21:29 del 20 ottobre 2010 ha scritto:

io in effetti (forse colpevolmente) non ho sottolineato il fatto che sia un remake fedele, l'ho fatto intenzionalmente perchè alcune delle caratteristiche che non ho apprezzato non riguardano esclusivamente questo remake ma l'idea che sta dietro il film. Sulla pubblicità occulta forse parli delle poste, che fanno a tutti gli effetti parte della trama del film e compaiono in ogni angolo. Sì, in effetti la cosa è fatta senza pudore. Grazie dei complimenti ci si prova

bargeld alle 21:39 del 20 ottobre 2010 ha scritto:

Si si Carlo, per carità, la mia critica non era rivolta a te ma a chi ha pompato e pubblicizzato all'inverosimile questo film omettendo e oscurando scientemente la cosa.

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 21:47 del 20 ottobre 2010 ha scritto:

Ah, ma quindi non si trattava solamente di somiglianza spudorata... Si tratta di un remake. Ok, allora il voto può salire un po'.

Peasyfloyd (ha votato 5 questo film) alle 10:37 del 31 marzo 2011 ha scritto:

avendo visto già Giù al Nord e non avendolo apprezzato così tanto devo dire che questo film non è che si faccia particolarmente apprezzare per originalità e qualità. Bisio se la cava (come sempre, da quel bravo tuttofare qual è) però nel complesso assai poca roba, e una costante impressione di inconsistenza assoluta. Qualche risata qua e là cmq rimane

dalvans (ha votato 4 questo film) alle 11:42 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Brutto

Insufficiente