Berlinale 2016
Dall’11 al 21 febbraio la capitale tedesca si trasforma in capitale del cinema.
Dopo l’apertura da dimenticare dell’anno scorso con Nobody Wants The Night la Berlinale ha corretto il tiro inaugurando la 66° edizione con Hail, Caesar!, il nuovo lavoro dei fratelli Coen che può annoverare nel cast un’infinità di nomi di richiamo (Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum) perfetti per un tappeto rosso coi fiocchi. Protagonista della pellicola ambientata nella Hollywood degli anni ’50 sarà il fixer Eddie Mannix (interpretato da Josh Brolin) ovvero una persona incaricata di risolvere i numerosi problemi che sorgono durante le riprese di un film.
Sempre nella selezione ufficiale ma fuori concorso, esattamente come “Hail, Caesar!”, troviamo anche il nuovo film di Spike Lee, moderno adattamento di “Lisistrata”, commedia di Aristofane, intitolato Chi-Raq.
Nel concorso vero e proprio il titoli più atteso è sicuramente Midnight Special di Jeff Nichols. Previsto già a Cannes 2014 e più volte posticipato tra successive complicazioni, approda alla Berlinale il primo passo nella fantascienza del regista statunitense alla sua quarta pellicola che già dal trailer lascia trasparire echi carpenteriani. Ad affiancare Michael Shannon, da sempre collaboratore di Nichols, nel cast troveremo anche Kirsten Dunst e Adam Driver.
Il secondo titolo più chiaccierato del concorso, se non altro per la scelta quantomeno coraggiosa dell’inserimento in concorso vista la durata, è A Lullaby To The Sorrowful Mystery di Lav Diaz, regista filippino che dopo le 5 ore e 40 minuti di From What Is Before che gli sono valse il Pardo d’Oro nel 2014, punta a convincere la giuria della 66a Berlinale con un flusso di immagini che scorreranno per 8 ore.
L’Italia sarà invece rappresentata dal documentarista Gianfranco Rosi con Fuocoammare, suo quinto documentario, il primo dopo il trionfo a Venezia nel 2013 di Sacro GRA che gli era valso proprio il Leone d’Oro. Ambientato a Lampedusa “Fuocoammare” racconta la storia di Samuele, ragazzino di 12 anni, e della sua isola natale diventata ormai simbolo di rifugio per gli emigranti dell’Africa che scelgono di abbandonare il proprio continente via mare.
Alex Gibney, vincitore nel 2008 del premio Oscar al miglior documentario con Taxi to the Dark Side, esaminerà invece malaware, virus auto-replicanti e programmi (Stuxnet, Olympic Games) nel suo nuovo documentario Zero Days.
Danis Tanović, regista bosniaco noto soprattutto per No Man’s Land, film vincitore del premio Oscar al miglior film straniero nel 2002, torna a Berlino a tre anni di distanza da An Episode In The Life Of An Iron Picker, film che gli era valso due Orsi d’Argento (Gran premio della giuria e miglior attore), con Death In Sarajevo ambientato, per l’appunto, nella sua città natale.
Dopo la strepitosa accoglienza di Eden, Mia Hansen-Løve dirige Isabelle Huppert nei panni di una professoressa di filosofia di Parigi in lotta tra i principi che insegna e la realtà della vita in L’avenir (“Things To Come”).
A presiedere la giuria, come già noto da tempo, sarà Meryl Streep affiancata da Clive Owen, Alba Rohrwacher, Lars Eidinger, Nick James, Brigitte Lacombe, Malgorzata Szumowska; ad assegnare il premio per la miglior opera prima ci saranno invece Michel Franco, Enrico Lo Verso e Ursula Meier.
Nelle altre sezioni sicuramente da segnalare negli Special Gala Creepy di Kiyoshi Kurosawa, Miles Ahead di Don Cheadle al suo esordio alla regia, Where To Invade Next di Michael Moore, documentario incentrato sugli USA senza che nemmeno un fotogramma di esso sia stato filmato sul suolo a stelle e strisce, e ancora in Forum The End di Guillaume Nicloux con Gerard Dépardieux, coppia in concorso a Cannes solo 9 mesi fa con The Valley Of Love, e Ta’ang, il nuovo documentario di Wang Bing.
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