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9/10

La marcia dei pinguini: il richiamo regia di Luc Jacquet

Documentario
recensione di Leda Mariani

12 anni dopo La marcia dei pinguini, Luc Jacquet torna, in un un’atmosfera polare quasi magica, a renderci partecipi dello sviluppo del pinguino imperatore in Antartide, questa volta dalla nascita fino al suo completo sviluppo, consentendoci di vivere l’inizio della fantastica avventura della sua esistenza, che comincia con il primo lancio in mare. L’incontro con la dimensione marina completa e corona la crescita di questo incredibile animale, riportandolo all’eredità più atavica della sua centenaria natura, che istintivamente risponde al misterioso richiamo dell’oceano.

La marcia dei pinguini raccontava la storia della vita degli imperatori: ciò che di essi è possibile osservare e studiare. Questo nuovo film completa quella storia, focalizzandosi su ciò che non si conosce. Qual è il segnale che sollecita tutti gli imperatori a lasciare l’oceano durante il mese di marzo? Qual è la forza che guida questa sopravvivenza? Come funziona il richiamo dell’istinto? Cos’è che guida i pulcini nella marcia in colonna, così come gli adulti: quello che spinge i cuccioli a gettarsi in acqua, anche se non hanno ancora imparato a nuotare?

Ad occhi sgranati: un animale stoico in pieno caos

Accompagnati, esattamente come in un viaggio turistico, dalla voce buffa e spezzata di Pierfrancesco Diliberto (PIF), non possiamo che restare completamente imbrigliati nella potenza espressiva delle immagini dell’ultimo importante lavoro di Luc Jacquet, stavolta  promosso dalla sua associazione, “Wild-Touch”, fondata nel 2010 con la volontà di tutelare la natura attraverso l’emozione comunicata delle immagini del grande cinema. Il regista ha raccontato che ritrovare i pinguini imperatori, a tratti così simili a noi, durante la spedizione “Wild-Touch Antartctica”, è stato davvero sconvolgente: <<solo osservarli costituisce un vero incontro>>, ed è la medesima esperienza che possono vivere gli spettatori davanti a questa storia sorprendente, ed accattivante.

Il 26 gennaio 2005 uscì nelle sale cinematografiche, dopo infinite peripezie affrontate da Jacquet e da Bonne Pioche, produttore senza il quale il progetto non avrebbe potuto prendere vita, un film che rappresentava un genere cinematografico del tutto nuovo. Il pubblico rispose in maniera appassionata, avvicinandosi molto a questa storia universale, con un successo inaspettato che portò il primo episodio de “La marcia dei pinguini” alla vittoria dell’Oscar come miglior film documentario, di un César, del premio musicale francese Victoires de la musique a Emilie Simon, e a molti altri riconoscimenti internazionali.

Nel gennaio 2016, di ritorno dalla spedizione “Antarctica” effettuata con Wild-Touch e Paprika films intorno alla base Dumont d’Urville nell’autunno 2015, Luc ha raccontato di aver potuto esaminare, soprattutto grazie alle nuove tecnologie utilizzate a distanza di quasi 10 anni dal suo primo lavoro, degli aspetti totalmente inediti della vita di questo incredibile animale. Ha potuto trascorrere molto più tempo in mezzo ai giovani imperatori, ed entrare in acqua con loro, per la prima volta in assoluto, a temperature che si aggirano attorno ai -1,8 °C e a più di 70 metri di profondità, accompagnandoli nella loro risposta istintiva al richiamo dell’oceano. Il film è stato girato in 4K e sfruttando anche l’ausilio di droni per la realizzazione delle riprese mozzafiato sull’Antartide. Sono state inoltre recuperate immagini in 16mm girate all’epoca della prima spedizione, digitalizzandole per portarle ad una qualità superiore.

Per la prima volta in assoluto, un’équipe artistica è riuscita a captare, durante 45 giorni di attività, la straordinaria biodiversità terrestre e sottomarina di uno degli ecosistemi più belli al mondo, lasciando a noi un’eccezionale testimonianza della fauna polare, ed indagando sull’impatto del cambiamento climatico su questo continente ormai svigorito.

Aiutato da subacquei del calibro di Laurent Ballesta e Yanick Gentil, Jacquet è riuscito a riprendere sotto i ghiacciai ciò che forse è la cosa più sorprendente del pinguino imperatore: la sua metamorfosi e l’incredibile grazia che lo porta in acqua. Pochi uomini sono in grado di fare immersioni di questo tipo, con 90 Kg di materiali sulle spalle, a temperature impossibili e con la paura costante di restare intrappolati sotto le banchine di ghiaccio. Sui ghiacciai invece, Vincent Munier, fotografo di luoghi estremi, ci ha svelato la vita animale sulla Terra Adelia, chiamata così in onore della moglie Adele, dall’esploratore Jules Sébastien César Dumont d’Urvuille, che la scoprì il 20 gennaio 1840: tra novembre e dicembre, quasi 7000 imperatori che sostano su un enorme pezzo di ghiaccio. Il team di scienziati di Christophe Barbraud, direttore di ricerca al CNRS, ha fatto da mediatore in un mondo in piena e costante mutazione.

Quello che il regista è riuscito a trasmettere, grazie all’eccellente lavoro di tutta la sua squadra, è un’autentica fascinazione, quasi un restare incantati, davanti al miracolo della vita: alla forza, alla tenacia e alla trasmissione istintiva delle informazioni necessarie per la sopravvivenza, che il pinguino vive con estrema disinvoltura, in un ambiente durissimo. Tutto affascina di questo animale, e ci consente di entrare in empatia con esso: il carisma, la tranquillità, il portamento, e le sue regole sociali spesso simili alle nostre. Abbiamo tanto da imparare, sull’adattamento e sulla sopravvivenza, osservando questi abitanti del continente bianco: terra di Pace e di Scienza che non appartiene a nessuno, in cui per resistere alle intemperie gli imperatori si liberano di tutto ciò che è superficiale.

Questo uccello alto poco più di un metro appartiene alla famiglia dei vertebrati, ed è capace di sopravvivere laddove nessun altro essere vivente riesce. Ogni anno, dopo una breve pausa estiva, all’inizio dell’inverno ritorna sul Continente Bianco per dare la vita: una storia che dura da milioni di anni. Ed è questa la sensazione che si prova: quella di avere il privilegio di assistere a qualcosa di incredibile, che appartiene alla natura, ma che non avremmo mai potuto sperimentare e condividere, se non fosse stato per le meravigliose possibilità che lo strumento cinematografico ci offre.

L’imperatore è un animale omotermo che concentra diverse tecnologie biologiche: è l’unico essere che per salvaguardare la progenie è capace di digiunare fino a 125 giorni se è maschio e fino a 64 se femmina. In pratica un super eroe! Che ha sviluppato l’arte della sopravvivenza nel luogo più estremo della terra. Forma strutture “a tartaruga” con i suoi compagni per  tenersi al caldo, il suo sistema cardiocircolatorio funziona come una pompa di calore e recupera l’80% del calore nell’aria ispirata, evitando dispersioni. Una storia bellissima per tutti, ma soprattutto per chi ancora non ha un’idea della vita sulla terra, come bambini e ragazzi.

È sorprendente vedere come il cuore dell’oceano sembra essere il vero habitat del pinguino, che ingloba addirittura bolle d’aria sotto i suoi strati di piume per accelerare e per fare quei salti fenomenali che gli permettono di raggiungere la banchisa dall’acqua. Ma la cosa più straordinaria resta forse l’incredibile potenza, che possiamo vivere per qualche ora, dell’istinto di questi animali: uno spartito suonato dagli imperatori, quasi impercettibile, ma assolutamente determinante.

Il trattato sull’Antartide firmato a Washington nel 1959 protegge il continente e lo definisce come riserva naturale destinata alla Pace e alla Scienza, a sua volta amplificato dal Protocollo di Madrid, firmato il 4 ottobre 1991 e voluto dall’allora ministro francese Michel Rocard. Un ambiente durissimo, delicato quanto affasciante, millenario e complesso, ed influenzato anch’esso dai profondi squilibri che abbiamo creato sul pianeta. Per la prima volta in molti secoli infatti, in Antartide ha iniziato a piovere, mettendo in pericolo i pulcini imperatore che nei primi mesi di vita non hanno piume impermeabili e di recente è apparsa vegetazione, che ha sconvolto l’ecosistema. Nel cuore dell’inverno glaciale, l’imperatore sopravvive alle terribili tempeste, resiste al freddo e digiuna per mesi per covare la progenie e una delle situazioni e delle immagini più coinvolgenti e magiche del film, è proprio il momento della “danza dei pinguini”, incontro perfetto tra i partners, che dà inizio alla vita e che la natura non poteva immaginare come più bello e romantico.

Il film è un bene prezioso, girato con equilibrio e maestria: bellissimo dal punto di vista delle immagini, e che consiglio a chiunque, grandi e bambini.

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