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10/10

Libere regia di Rossella Schillaci

Documentario
recensione di Leda Mariani

Voci di donne raccontano: la Resistenza partigiana, l'emancipazione, la conquista della libertà e il ritorno forzato alla casa dopo la Liberazione. Attraverso il recupero delle testimonianze d'archivio di donne e partigiane, Rossella Schillaci ricostruisce quello che è stato considerato il primo passo verso il femminismo in Italia. Qual è stato il ruolo delle donne nella Resistenza? Cosa ha significato per loro quel periodo di lotta ed emancipazione, e cosa hanno ottenuto al termine della guerra? Libere è un racconto che si fonda sulle voci delle stesse protagoniste della Resistenza, grazie al recupero di testimonianze originali, ed immagini storiche. Attraverso il montaggio dei materiali d'archivio e di estratti delle interviste di venti partigiane realizzate negli ultimi quarant’anni dall'ANCR e da altri istituti di ricerca, emerge una nuova visione del periodo della Resistenza e del primo dopoguerra, a cui si fa risalire la vera nascita del femminismo nella penisola. La lotta per la liberazione venne vissuta dalle partigiane come strumento di emancipazione e di ricerca anche della propria libertà: esse cominciarono a chiedere parità nel lavoro e nella famiglia. Dopo la guerra molte partigiane continuarono a fare politica, ma le loro voci raccontano di una "restaurazione" e di un ritorno forzato alla dimensione privata. Le promesse non furono mantenute?! Le riflessioni, a volte amare, delle protagoniste di questo documentario, ricordano un importante tratto dimenticato della storia italiana, che sarebbe il caso di riportare alla mente.

Il coraggio delle donne (di una volta?), per il Pane e per la Pace

Libere è un film che ogni donna, ed ogni italiana, dovrebbe vedere. Un documentario lucido, lineare e chiarissimo nei suoi contenuti e messaggi, ma soprattutto importante, perché la memoria non è mai abbastanza, e perché a volte sembra davvero che vincano i ricorsi storici, sul progresso dell’umanità. Non sono trascorsi più di 70 anni dalla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, ma ancora la Resistenza dal punto di vista delle donne non è stata ben raccontata, né introiettata dalle generazioni odierne, che in effetti non hanno idea di quanto esse abbiano saputo fare, ed ottenere, organizzandosi autonomamente durante la  Resistenza.

Prima della seconda guerra mondiale, in Italia l’impostazione sociale era ancora quella ottocentesca. Il ruolo della donna era relegato alla famiglia e alla cura della prole. Molte giovani si unirono alla Resistenza partigiana anche solo per la voglia di cambiare: la propria vita e la società. C’era in loro un potente desiderio di liberazione e il sogno di poter fare nuove esperienze.  Ciò che colpì e coinvolse, come raccontano nelle testimonianze, molte di loro, era la possibilità di fare gruppo, di sentirsi parte di qualcosa di importante, di grande: le donne di quell’epoca vissero per prime l’indipendenza, la libertà sessuale, il femminismo, in anticipo rispetto a quelle che sono state definite le rivoluzioni degli anni Sessanta. Dopo la guerra, in Italia le donne avevano di fatto cambiato ruolo, ed il momento peggiore si rivelò subito dopo la fine del conflitto, quando furono costrette a tornare alla vita domestica e i loro sogni di indipendenza, e la speranza di trovare nuovi ruoli nella ricostruzione, andarono per qualche tempo perdendosi, fino al primo suffragio universale del Bel Paese, nel 1945, appoggiato anche dalla Chiesa, e all’eleggibilità delle donne, entrata in vigore l’anno dopo.

Il disprezzo per i partigiani (uomini e donne) prese vita quasi subito dopo la fine del conflitto mondiale. Il partigiano veniva identificato come “ladro”, per la sua aura di ribellione, e si preferì assumere, durante i primi tempi della ricostruzione, gli ex-fascisti sopravvissuti, piuttosto che i resistenti. Il fascismo dunque riprese fin da subito le redini del paese: tutti coloro che ricoprivano cariche statali si ritrovarono ai loro posti. Dopo ulteriori anni di stenti e di discriminazioni, ma soprattutto dopo il primo suffragio universale, al quale le donne di tutta Italia di precipitarono in massa, desiderose di partecipare alla vita politica del paese e di veder riconosciuta la forma di una nuova società, più giusta ed equa, cominciò il lungo lavoro per l’ottenimento di tanti di quei diritti che purtroppo oggi, come riconoscono le stesse sopravvissute, stiamo perdendo gradualmente (e vergognosamente), quasi nel silenzio. Quelle donne coraggiose come poche riuscirebbero ad essere oggi, volevano cambiare il mondo e sono state l’anima della Liberazione. In loro bruciava una tensione al meglio, al nuovo, al progresso sano e costruttivo, che dovremmo assolutamente recuperare e che non è stata adeguatamente riconosciuta. Basta pensare anche solo al fatto che la maggior parte delle partigiane sono state premiate e legittimate solo nel 2016! E molte nel frattempo se ne sono già andate…

Questo importante film nasce da un’idea di Paola Olivetti, direttrice dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Anni di raccolta di testimonianze filmate e una paziente ricerca di rare immagini, che costituiscono il patrimonio prezioso dell'Archivio nazionale, sono all'origine di questo documentario. Ascoltando i racconti e le voci delle partigiane (molte ormai scomparse), il desiderio di farle rivivere e comunicare con il mondo di oggi è emerso prepotentemente, ed è cominciata una ricerca fatta di lunghi ascolti delle registrazioni, di 800 pagine di interviste trascritte, l'analisi di 40 film d'epoca alla ricerca delle immagini più significative e pertinenti, condensando in 75 minuti di film una riflessione davvero completa, vasta e profonda, su un periodo denso e grave della nostra storia. Il documentario riesce a far risuonare le voci delle protagoniste di allora, coinvolge e commuove, grazie anche ad effetti curati, all’elegante presentazione ed elaborazione visiva, e agli importanti materiali d’archivio utilizzati, nonché ad intermezzi di manipolazione fisica dei reperti storici, fotograficamente interessanti, che danno ancora più senso di vicinanza e di realtà, coronati dalla colonna sonora vagamente elettro-folk-rock di Giorgio Canali, con un bel contributo conclusivo di Milva.

Trovo che per tutti, uomini e donne, non ci sia film più adatto da andare a vedere il 25 aprile.

 

Alla fine del documentario, montate in maniera originale, vediamo scorrere le immagini delle importanti testimoni di questa Storia:

Ada Gobetti (1902 – 1968), commissario politico, medaglia d'argento al valor militare. Vicesindaco di Torino dal 1945 al 1946

Giuliana Gadola Beltrami (1915 - 2005), con il marito costituisce una formazione partigiana in Piemonte, scrittrice

Bianca Guidetti Serra (1919 – 2014), staffetta partigiana e organizzatrice dei GDD  (Gruppi di difesa della donna) a Torino, avvocato

Joyce Lussu (1912 - 1998), antifascista, partigiana. Medaglia d'argento al valor militare, scrittrice e traduttrice

Marisa Rodano (1921) attiva nei GDD a Roma, cofondatrice dell'Udi, deputata e senatrice

Carmen Nanotti  (1924 – 2016), operaia, attiva nelle Sap e nei GDD a Torino

Lia Corinaldi (1904 - 1989), insegnante, radiata dalla scuola nel 1938 perché ebrea, dirige i GDD a Torino

Alda Bianco (1919 - 1991), staffetta, nel 1945 sposò il comandante partigiano Alberto Bianco

Lucia Boetto Testori (1920 - 2015), staffetta, medaglia di bronzo al valor militare

Anna Cherchi (1924 – 2006), contadina, staffetta, internata nei lager di Ravensbrück e di Sachsenhausen

Marisa Sacco (1921 – 2016), cofondatrice della Gioventù d'azione, partigiana, archivista

Carla Dappiano  (1929) operaia, attiva nei GDD a Torino, partigiana, sindacalista

Maria Airaudo  (1924), operaia, partigiana

 

Dove potete vederlo:

Torino, Cinema Massimo

Tortona, Circolo del cinema

Ferrara, Circolo Boldini

Parma, Nuovo Astra

Milano, Spazio Oberdan

Milano, MIC Museo Interattivo del Cinema

Paderno Dugnano (MI), Area Metropolis

Milano, Cinema Beltrade

Rovereto (TN), Cineclub del Verdi di Vittorio Veneto

Perugia, Postmodernissimo

Sesto San Giovanni (MI), Cinema Rondinella

Mezzago (MB), Bloom Cinema

Pregnana Milanese (MI), Sala Biblioteca

Saravezza (LU), Scuderie Granducali

Rho (MI), Cin&Città

Treviso, Cinema Edera

Bergamo, Auditorium Cinema Lab 80

San Casciano Val di Pesa (FI), Cinema Everest

Fermo, Multiplex 2000

Bologna, Cinema Orione

Piossasco (TO), Teatro Mulino

Monza, Arci Scuotivento

Mantova, Il Cinema del Carbone

Padova, Cinema Lux

Varese, Filmstudio 90

Milano, Spazio Oberdan

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