R Recensione

7/10

Il mago, l'incredibile vita di Orson Welles regia di Chuck Workman

Documentario
recensione di Giulia Betti

Il Mago - L'incredibile vita di Orson Welles racconta il genio straordinario di Orson Welles, alla vigilia del centenario della sua nascita - la sua carriera come star di Hollywood, regista di Hollywood (o per alcuni fallimento di Hollywood), e regista indipendente di enorme importanza.

 

Trovo insulso e controproducente recensire il documentario di Chuck Workman dedicato alla memoria del magico Orson Welles, in occasione del suo centenario, raccontandovi per filo e per segno ciò che vien detto e fatto all’interno dello stesso. Trovo ingiusto “spoilerare” (termine molto in voga ultimamente) i meravigliosi e rari contenuti d’archivio dei quali si compone l’opera del regista premio Oscar nel 1987 per il corto Precious Images, qui impegnato a sottolineare l’importante ruolo ricoperto da Welles nel XX secolo: quello di genio, quello d’artista, quello d’attore e quello di regista, tanto teatrale quanto cinematografico.

 

Se è vero che “un Mago, è solo un attore che interpreta un Mago”, allora è confermato che Welles non è davvero mai stato un prestigiatore, pur avendo studiato a lungo l’arte dell’illusione ed aver sempre nei suoi confronti conservato fascinazione e passione, ma solo ed unicamente un superbo attore. Eppure sua figlia Chris ne ricorda un’immagine sconvolgente, calato nel ruolo d’un mago, sotto le tende per uno spettacolo benefico. Un magic show per le truppe durante la guerra. Il suo trucco preferito? Segare una donna in due. In quell’occasione si era prestata Rita Hayworth, della quale il regista era perdutamente innamorato e che poi diverrà la sua seconda moglie e la madre della seconda figlia, Rebecca. La Columbia le impedì di partecipare, essendo una celebrità all’apice del successo, e ad occupare quello che sarebbe dovuto essere il suo posto fu Marlene Dietrich.

 

 

 

Disobbediente, inaffidabile, seguito per anni dall’FBI a causa di presunte simpatie comuniste, sin dai tempi di Quarto Potere, il suo gran capolavoro, definito dalla maggioranza dei cineasti, critici ed amatori come il più bel film della storia del cinema mondiale. Un’opera nata grazie alla celebrità scaturita dalla presa che il suo spettacolo radiofonico La guerra dei mondi, ebbe sul popolo americano. Welles aveva soli ventitré anni quando venne messo a contratto presso la RKO che gli chiedeva di realizzare, con assoluta libertà artistica, un film all’anno.

 

Kane era insieme egoista e disinteressato, contemporaneamente un idealista e un imbroglione, un uomo grandissimo ed un uomo mediocre. Tutto dipende da chi ne parla, non viene mai osservato (e perciò descritto) attraverso un solo punto di vista”, diceva questo Orson Welles del suo protagonista Charles Foster Kane, alludendo implicitamente anche a se stesso.

 

I finanziatori, specialmente quelli americani, non si fidavano di lui, iniziava progetti senza portarli a termine e convincendosi che avrebbe potuto fare di meglio si impegnava a dare il via ad una nuova produzione. Girava per New York in autoambulanza perché scoprì che nessuna legge americana imponeva che la si usasse solamente per i malati. Poco più che adolescente si presentò al Gate Theatre di Dublino sostenendo di essere un famoso attore americano, per farsi prendere nella compagnia ed ottenere i ruoli principali. Riguardo alla concezione che la società ebbe di lui, esemplare è la differenza di approccio alla notizia della sua morte, sostenuto dai media americani, e da quelli non americani. I primi, concentrarono l’attenzione principalmente sulle fasi d’una carriera dal debutto spettacolare seguita da una quantità d’anni di attività gravata dallo spettro del fallimento, mentre fuori dalla grande mela, i necrologi si impegnarono a ricordare i fondamentali risultati artistici conseguiti da Welles in quasi messo secolo d’attività, dentro lo schermo, sopra al palcoscenico e dietro la macchina da presa.

 

Se fin qui abbiamo descritto la sua parte “imbrogliona e mediocre” (anche se illuminata), è giunto il momento di definire i tratti d’un personaggio “idealista e grandissimo”.

Grazie all’educazione impartitagli dalla famiglia, Orson si distinse subito come un vero e proprio bambino prodigio, abile nella musica, nella pittura, colto lettore, conoscitore di testi importanti come la Bibbia, ed amatore del teatro, specialmente quello di William Shakespeare. La sua passione per la messa in scena e per il cinema, nacque probabilmente in seguito ad un apprezzatissimo regalo da parte di Maurice Bernstein, intimo amico di famiglia. Il dono fu quello d’una lanterna magica, affiancata da una scatola di colori e di un teatro di marionette. Il giovane Orson imbastiva così piccoli spettacoli interpretando, attraverso la sua voce, tutti i personaggi. Tra i suoi grandiosi successi va ricordato quello del Voodoo Macbeth, messo in scena con la collaborazione del regista e produttore teatrale John Houseman. L’opera (il cast era formato da attori di colore scelti da Wells per le strade di Harlem) ottenette un successo tale che il giovane Orson divenne immediatamente il più famoso ed acclamato regista teatrale di New York. Fece un uso, per la prima volta consapevole e sistematico della profondità di campo e del piano sequenza nel 1940 con Quarto potere. Diede origine ad uno dei ruoli leggendari della storia del cinema: Herry Lime de Il terzo uomo di Carol Reed, attribuendo al personaggio una famosissima battuta, non prevista dal copione. Nel 1958 dopo anni di tira e molla con il mondo della settima arte e con l’amata/odiata Hollywood, Wells dirige ed interpreta L’infernale Quinlan, un film di ambizioni modeste ma che entrò presto nella cerchia dei grandi capolavori da lui firmati. Il celebre incipit del citato film, è ad oggi materia di studio nelle scuole di Cinema di tutto il mondo. Grazie a finanziamenti svizzeri e spagnoli darà vita ad uno dei suoi ruoli più celebri e meglio riusciti, il Falstaff, grazie al quale vincerà pure un premio speciale per il suo contributo al cinema mondiale.

Ora che è stato definito il personaggio rivelandone la sostanza inequiparabile, chiunque, ma proprio chiunque, neofiti od esperti di cinema, potranno recarsi preparati o rinfrescati ad assistere alla proiezione del documentario: Il Mago - L'incredibile vita di Orson Welles che sarà trasmesso al Cinema il 30 Novembre e l’1 Dicembre 2015.

 

 

 

 

 

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