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8/10

Diplomacy regia di Volker Schlöndorff

Drammatico
recensione di Valentina Di Martino

 

Alla fine della seconda guerra mondiale, durante la Liberazione di Parigi, Adolf Hitler decide di cancellare le più famose costruzioni di Parigi, mentre la città è ancora sotto il controllo del suo Wehrmacht. La Torre Eiffel, il Louvre, la Place de la Concorde, il Notre Dame e in altri luoghi sono già meticolosamente preparati a diventare deserto. Il tutto è supervisionato dal generale tedesco Dietrich von Choltitz (Niels Arestrup) che ha il suo quartier generale presso l'Hotel Meurice. Il 24 agosto 1944 il generale dovrebbe dare l'ordine di andare fino in fondo tutto come previsto. Ma prima di lui, il diplomatico svedese Raoul Nordling (André Dussollier) si insinua attraverso un passaggio segreto nell'ufficio del generale tedesco e lo affronta. Il suo scopo è quello di tenerlo in stallo fino a quando gli Alleati salvare Parigi o addirittura a convincere il vecchio soldato di disobbedire.

 

Diplomacy, una guerra nella guerra. Durante una notte decisiva per le sorti di Parigi, la lotta verbale tra il generale e governatore di Parigi Choltitz e lo svedese Nordling, diplomatico e uomo dalla rara ironia.

Un botta e risposta serratissimo ancora più affascinante se visto in lingua originale con un passaggio continuo tra tedesco e francese.

Il film, tutto ambientato in una stanza dell'albergo Meurice è intercalato da immagini di repertorio della guerra. La Resistance francese, i carrarmati tedeschi e il panico per le strade.

La notte è intensa, lunga, i due protagonisti di un'umanità incredibile che scava dentro.

Gli ordini impartiti dal Fuhrer sono chiari e ogni insubordinazione punibile immediatamente con l'uccisione dei familiari del generale incaricato ad eseguirli.

L'ironia di Nordling spezza lo spettatore, e con sensibilità cerca di coinvolgere il tedesco in storielle maliziose di cortigiane dai facili costumi, mostrando un passaggio segrete che dalla strada porta alla stanza del generale e da cui il diplomatico si è infiltrato per cercare di salvare la città di Parigi.

La sceneggiatura è tratta da una piéce teatrale di Cyril Gely che ha anche adattato il testo del film.

All'albeggiare, quando Parigi dovrebbe saltare grazie alle cariche di esplosivo piazzate strategicamente nei punti più importanti, il generale pone una domanda al diplomatico e ancora una volta colpisce duro, “Lei fosse al mio posto, cosa farebbe?”

Uccidere innocenti, distruggere una città magnifica solo perché Hitler, ormai ridotto ad un essere sbavante di furia, è invidioso della bellezza di Parigi o disobbedire agli ordini e uccidere in questo modo la propria famiglia?

La risposta, non arriva subito dalla bocca del diplomatico che invece propone una via alternativa e che rende in questo modo Choltiz un uomo degno di una medaglia d'oro.

Dialoghi che mi hanno tenuta come ipnotizzata e incollata allo schermo, rapita dalla disperazione e dall'urgenza trasmessa dagli attori.

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