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R Recensione

7/10

Buon anno Sarajevo regia di Aida Begic

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

Tranche de vie di Rahima (Marija Pikic) giovane donna single musulmana che lavora precariamente nella cucina di un ristorante di Sarajevo, ha difficoltà a pagare le bollette e a provvedere al sostentamento del fratello diabetico che rischia di esserle portato via dai servizi sociali, e la cui situazione peggiora quando il suddetto fratello si azzuffa a scuola con il figlio di un ministro del governo rompendogli l'iPhone.

Film indie girato con camera HD a mano che si propone di mostrare la situazione di indigenza nella quale versa il popolo medio bosniaco, paese mai più risollevatosi dopo il conflitto del 92-95. Film povero, girato in pochi ambienti e con pochi personaggi, in un'atmosfera plumbea e livida, ancora di guerra. Con botti di fine anno che esplodono come granate e foschia che sembra nebbia di guerra, stipendi che non arrivano e pasti che sembrano ranci militari, l'idea è quella di mostrare una quotidianità ben lontana da una nozione di normalità pacifica. I protagonisti sono descritti con efficacia da una sceneggiatura che lavora sulle sfumature, più che sui dialoghi. Come ogni opera aperta, ha il difetto di dar vita a molti spunti senza terminarne nessuno: a mala pena si racconta una storia. E' evidente che sia una scelta voluta, la messa in scena di mezze esistenze, impossibilitate a svilupparsi appieno perchè prive di qualunque prospettiva a lungo termine (eccetto forse per una scintilla di speranza nel finale).

Molta insistenza sulla discriminazione, da vari punti di vista: sesso, ceto sociale, religione, sessualità. Assenza di colonna sonora. Candidato all'Oscar per miglior film straniero.

 

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