Buon anno Sarajevo regia di Aida Begic
DrammaticoTranche de vie di Rahima (Marija Pikic) giovane donna single musulmana che lavora precariamente nella cucina di un ristorante di Sarajevo, ha difficoltà a pagare le bollette e a provvedere al sostentamento del fratello diabetico che rischia di esserle portato via dai servizi sociali, e la cui situazione peggiora quando il suddetto fratello si azzuffa a scuola con il figlio di un ministro del governo rompendogli l'iPhone.
Film indie girato con camera HD a mano che si propone di mostrare la situazione di indigenza nella quale versa il popolo medio bosniaco, paese mai più risollevatosi dopo il conflitto del 92-95. Film povero, girato in pochi ambienti e con pochi personaggi, in un'atmosfera plumbea e livida, ancora di guerra. Con botti di fine anno che esplodono come granate e foschia che sembra nebbia di guerra, stipendi che non arrivano e pasti che sembrano ranci militari, l'idea è quella di mostrare una quotidianità ben lontana da una nozione di normalità pacifica. I protagonisti sono descritti con efficacia da una sceneggiatura che lavora sulle sfumature, più che sui dialoghi. Come ogni opera aperta, ha il difetto di dar vita a molti spunti senza terminarne nessuno: a mala pena si racconta una storia. E' evidente che sia una scelta voluta, la messa in scena di mezze esistenze, impossibilitate a svilupparsi appieno perchè prive di qualunque prospettiva a lungo termine (eccetto forse per una scintilla di speranza nel finale).
Molta insistenza sulla discriminazione, da vari punti di vista: sesso, ceto sociale, religione, sessualità. Assenza di colonna sonora. Candidato all'Oscar per miglior film straniero.
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