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4/10

Amityville: il risveglio regia di Franck Khalfoun

Horror
recensione di Claudia

La 50 enne Joan si trasferisce, assieme alle due figlie ed un figlio in coma irreversibile da due anni, nell'arcifamosa casa del massacro di "Amityville", massacro di cui ricorre tral'altro il quarantennale proprio in quei giorni. Se l'adolescente Belle non sembra essere troppo colpita dalla cosa (e dai fatti che neanche aveva mai sentito in vita sua) e la sorellina Juliet a parte qualche sveglia notturna non sembra cambiare, chi proprio risulta "modificato" dalla casa maledetta è il fratello James: contro ogni previsione ricomincia a muovere gli occhi e persino a comunicare.

I sequel sono quasi sempre brutti: lo dice la stessa protagonista Belle (Bella Thorne) in una meta-scena in cui con i suoi amici commenta tutto il pacchetto dvd dell'infinita -è il caso di dirlo, arrivati al settimo film- saga di Amytiville: Il commento ahimè, vale anche per questo ultimo capitolo. Nonostante il grande vantaggio di avere regista e sceneggiatore uniti nella stessa persona, Amytiville il risveglio sembra più un film pro eutanasia mimetizzato da horror che un horror vero e proprio, e l'ambientazione nella casa e la sua leggenda, tutt'ora seguitissima ed alimentata grazie a chi-persino poliziotti accorsi sulla scena del primo crimine, quello del massacro della famiglia de feo nei 70 ad opera di uno dei suo componenti- trattata quasi come "reale", questo per via di una misteriosa stanza rossa murata trovata nella casa durante le indagini, e per via della forma "spaventosa" della casa, ancora esistente nella cittadina: un tempo valutata intorno al milione di dollari, dopo anni di legende e di altre famiglie incapaci di viverci (notoriamente la famiglia Lutz, che comprò la casa subito dopo gli assasinii) è ora sul mercato a circa 60 mila dollari- La prova di Bella Thorne, insensatamente in mini shorts per tutto il tempo nonostante il suo ruolo da "ragazza dark colpita da dramma", è molto basica, ma chi è veramente ai minimi storici suoi e di tutto il genere è Jennifer Jason Leigh: la sua presenza in quest horror con poco orrore e terzo atto raffazzonato è spiegabile solo con una fascinazione per il progetto nata dopo il suo exploit con Tarantino, che l'avevano portata alla candidatura all'oscar giusto due anni fa, cosa ora sembrante totalmente ridicola: da musa e moglie di Baumbach e da The hateful eight a questo il passo è breve.

La storia viene costruita su due lunghissimi atti con modello tipicamente horror ad "accumulo" (ma qua l'accumulo è più ripetizione), peccato che quasi tutti i colpi di scena vengano spiegati come semplici incubi o allucinazioni , creando nello spettatore un effetto "al lupo al lupo" per tutto ciò di vero che accade in seguito. Incredibile la scena in cui uno dei nuovi amici di Bella, che nonostante la ritrosia e la casa riesce persino a costruirsi un giro di amicizie, tira fuori (si vede che ci girava) un dvd dell'Amityville Horror originale, tra l'altro spiegando a Bella di vederlo "assolutamente" (più in la tirerà fuori tutta la collezione, con tanto di spiegazione trama e logo mgm in bella vista) Il finale affrettato, con voce off giornalistica rapida, è fastidioso oltre che rabberciato: a metà tra l'idea di fare un sequel del sequel e quella di far capire che questo era solo uno dei tanti capitoli su "cosa può succedere se..." , genere quello che si è fatto, ma con esiti migliori, con le varie morti di Final destination. L'ambientazione ad Amytiville e nella casa- comunque ben ricostruita- è totalmente inutile, e il racconto dell'incidente a James e le sue conseguenzeè  complicato e implausibile. Vari accenni a varie cose (l'attacco dei moscerini, fatto con CGI tremendo, la scena pseudo incestuosa) lasciati lì come se dimenticati. In generale in problema di Amytiville il risveglio è nel manico, ovvero nella sceneggiatura (come fa Belle a non aver mai sentito parlare di Amityville? e cos'è esattamente il bullismo per abitare in una certa casa? La madre era o no una satanista? Com'è possibile che alla non apertura di porte non si pensi a sfondare una finestra, chiusa anch'essa?), anzi nel soggetto: una famiglia che già è horror di suo può poco contro e per colpa della casa più horror d'America, anche con musiche e colpi risibili a buttare benzina sul (poco e furbo) fuoco. qualche volto tv (Kurtwood Smith di That 70's show, Jennifer Morrison di House) rivisto con piacere e stupore.

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