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6/10

Parker regia di Taylor Hackford

Azione
recensione di Gloria Paparella & Gianluca Bonanno

Un criminale di professione con un impeccabile codice d'onore è alla ricerca di vendetta contro la banda che gli ha giocato un brutto colpo. Diretto dal premio Oscar Taylor Hackford, Parker è la riduzione cinematografica di uno dei romanzi più celebri del famoso scrittore Donald E. Westlake, e porta per la prima volta sullo schermo l'antieroe che ne è protagonista.

Gloria Paparella (voto 7):

Nato dalla penna di Donald E. Westlake, Parker è l’adattamento cinematografico del primo libro del romanziere, intitolato Flashfire, e prende nome dal protagonista di questo avvincente action-thriller a tinte noir: un esperto di furti impossibili, il classico cattivo ragazzo che mantiene, però, un codice etico incrollabile. Egli è un ladro capace di estrema violenza ma soltanto con chi lo ha tradito o offeso, come la banda del boss Melander (Michael Chicklis) che lo aggredisce, dopo aver concluso insieme la rapina in una fiera dell’Ohio, per aver rifiutato di prendere parte al successivo colpo. Sopravvissuto incredibilmente all’attacco, Parker (Jason Statham) decide di vendicarsi e si mette sulle tracce della banda, che si è trasferita nella sfarzosa Palm Beach. Con l’aiuto di Leslie (Jennifer Lopez), un’agente immobiliare insoddisfatta della propria vita e decisa al cambiamento, Parker riuscirà ad impadronirsi del ricchissimo bottino (50 milioni di dollari di gioielli), beffando la banda e portando a termine la sua vendetta.

Se in passato altri film, tra cui Payback – La vendetta di Porter, hanno preso in prestito le trame e le idee della serie (24 romanzi in totale), Parker segna la prima volta in cui la proprietà intellettuale di Westlake ha permesso di utilizzare il nome del protagonista in un film; la sceneggiatura di John McLaughlin poi, rimasta fedele all’essenza del romanzo, è brillante e rende il film coinvolgente e suggestivo. Parker, interpretato da un affascinante Jason Statham, è un criminale ma allo stesso tempo una persona integra, moralmente incorrotta, un professionista che non crede più all’onore tra i ladri, ma ha ancora fede nel rispetto degli accordi presi. L’umanità del personaggio, davvero immortale dopo tutti gli spari e le coltellate ricevute, esce fuori nel suo rapporto d’amore con Claire (Emma Booth), figlia del suo boss Hurley (Nick Nolte) e devota compagna a cui Parker rimane fedele, nonostante sia tentato da un’altra donna.

Il film risulta molto più fluido e piacevole nella seconda parte, in cui il protagonista incontra la sua complice e inizia ad attuare la sua vendetta, anche perché lo spettatore ha inquadrato caratterialmente il personaggio (di poche parole ma con un eccellente umorismo inglese) e si è fatto un’idea delle sue incredibili capacità fisiche da atleta olimpionico. Nel film, inoltre, sembrano essere fondamentali i luoghi, visto che il protagonista si muove dall’Ohio al Kentucky, dal Texas fino a Palm Beach in Florida; la maggior parte delle scene d’azione, girate nei dintorni di New Orleans, hanno permesso al regista Taylor Hackford di sfruttare la bellezza dei paesaggi naturali della Lousiana, scenari sorprendenti che conferiscono un tocco di raffinatezza al film.

Se il romanzo di Westlake spiccava per il suo crudo realismo, la versione cinematografica reinterpreta in maniera sì spettacolare, ma davvero poco credibile, le scene di combattimento, che assomigliano più che altro ad acrobazie impossibili; comunque, ciò non impedisce al film non solo di trasmettere tutta la rabbia del suo protagonista, ma di rendere elettrizzante l’evolversi della vicenda e il compimento a buon fine della vendetta.

Sicuramente Jason Staham è stata una scelta azzeccata e quasi naturale per il ruolo di Parker: prestante fisicamente, l’attore inglese dà prova delle sue abilità di uomo d’azione già evidenziate in The Transporter (2002) per cui la maggior parte delle pericolose sequenze di lotta sono state girate senza controfigura; Statham, inoltre, risponde perfettamente al profilo del suo personaggio, una grande personalità e un forte carisma, dotato di un umorismo sottile ed astuto. Il ruolo interpretato da Jennifer Lopez ricorda in qualche modo la sua Karen Sisco di Out of sight (1998), probabilmente perché legata nuovamente ad un criminale, anche se con Parker non nasce una storia d’amore, bensì una “collaborazione lavorativa”. Il rapporto tra i due personaggi è elettrico, fatto di curiosità e di fiducia nell’altro, tanto da spingerli a cercare insieme la vendetta e il recupero di ciò che è loro di diritto.

Impreziosito dalla presenza di un signor attore quale Nick Nolte, Parker è un action movie con diversi colpi di scena, un film capace di unire azione, thriller e commedia, un prodotto godibile che deve essere in gran parte debitore alla mano di chi lo ha scritto.

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Gianluca Bonanno (voto 5):

Taylor Hackford confeziona un thriller di buona fattura, consapevole di aver a che fare con una sceneggiatura costruita intorno ad un personaggio irriducibile ed indistruttibile. Nella prima mezzora ci si trova difronte ad un film di genere puro, dove il meccanismo ad orologeria del piano perfetto è ben orchestrato lavorando anche bene sulle identità fittizie che la banda deve impersonare se vuole che il colpo vada a buon fine. Chiaramente con un taglio ironico che Statham come il Bruce Willis di Bandits o il Mel Gibson di Payback (tratto anch'esso da un romanzo di Donald E. Westlake), regge bene facendo in modo di rendere fruibile un personaggio altrimenti di difficile digestione. Ma la sorpresa del film avviene nella seconda metà, quando entra in scena Leslie. Qui la narrazione si ibrida con elementi comedy, e costringe Parker a relazionarsi con un apparato familiare (Leslie vive con la madre), più vicino allo spettatore. In questo modo la sceneggiatura si muove su di un doppio livello che perlomeno dona una complessità maggiore ai restanti 60 minuti di montato. Il personaggio della Lopez è un agente immobiliare che lavora a Palm Beach, isola sulla costa atlantica della Florida, paradiso della upper class esacerbato quasi completamente da classi inferiori. Dopo un divorzio con un uomo che le ha mentito riguardo ai suoi soldi e la sua posizione, ora è piena di debiti e vive con la madre, anziana fatua e abbronzata molto simile alla madre della Mary dei Farrely. Quando entrano in contatto lei e Parker cresce la domanda erotica dello spettatore che però viene costantemente deluso, poiché i due sono tutt'altro che disponibili ad accontentare le morbosità scopofile dei paganti, infatti se Parker è un uomo tutto di un pezzo che ama la sua donna che a sua volta non fa che contare e curare le sue cicatrici di guerra, Leslie è una donna che ha perso in un lavoro poco proficuo la sua dimensione di desiderio. E' da questo binomio non sessuato che il film trae linfa nella seconda metà, costruendo su Parker un carattere di responsabilità anche civile che sebbene di nuovo esagerata da al finale del film un tono morale inaspettato. In questo modo lo sceneggiatore lavora sul codice morale di Parker giocando a spostarlo in situazioni legate a situazioni realistiche, trasformandolo in un ulteriore eroe della crisi economica. Dietro Parker, Leslie e la banda traditrice infatti si muove un aristocrazia americana non identificata, che abita ville milionarie ed in cui è facile nascondersi recitando da ricco. Palm Beach è un teatro perfetto per quello che calcando la chiave di lettura socialista, diventa ora un esproprio, un isola in grado di isolarsi dalla nazione circostante con dei ponti levatoi. Insomma Parker, oltre a letture di natura più strutturale e legate anche al contesto cinematografico e culturale di riferimento, rimane un thriller godibile con stilemi soddisfatti e ritmo incalzante, con due protagonisti che inscenano un rapporto fra i due sessi più complesso di quello che il genere esigerebbe.

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