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7/10

L'evocazione - The Conjuring regia di James Wan

Horror
recensione di Alessandro Giovannini

Un caso di infestazione affrontato nel 1971 dai coniugi Warren, indagatori del paranormale: una casa colonica nel Rhode Island in cui si è appena trasferita la famiglia Perron è luogo di manifestazione di oscure presenze.

Chi non conosce i coniugi Warren probabilmente non ha mai visto un film della saga Amityville Horror o Il messaggero - The Haunting in Connecticut, altri celebri horror basati su casi  indagati dai due. Il film si inserisce appieno nel filone della case infestate, cui lo stesso James Wan - che anche qui coglie l'occasione per mettere in scena il suo feticismo per le bambole - si era già cimentato nel precedente (e più originale) Insidious. L'impronta è chiaramente fideistica, tanto che lo si può definire un film religioso (un po' come L'esorcista), ed in base a questo approccio regia e sceneggiatura si sono mosse nell'orchestrazione dell'intreccio (a lieto fine grazie a Dio) e della messinscena (suspence da jhorror, senza truculenze nè morti violente) improntata alla suspense. Ormai i fan dell'horror conoscono a menadito le situazioni proposte, ciò non toglie che l'abile Wan riesca ad imbastire momenti di sicuro impatto (altre volte invece tende a ritardare un po' troppo il momento clou). Ciò è possibile anche grazie a personaggi meno stereotipati del solito, fra cui spiccano senz'altro i coniugi Warren (interpretati con convinzione da Patrick Wilson, già presente in Insidious, e Vera Farmiga, quantomai a suo agio in questa prova nell'horror), sorta di esorcisti laici dalla fede incrollabile ma di umana fragilità.

Credo che questo tipo di film funzioni sempre grazie al suo concept di base: il mostro in casa è fra i topoi dell'horror più paurosi perchè mina alle fondamenta il nostro senso di sicurezza domestica, colpendoci nei luoghi più intimi della privacy e degli affetti. Gli scrittori hanno fatto un lavoro apprezzabile soffermandosi su questa componente, in particolare circa il rapporto fra madre e prole che viene rovesciato e diventa, da generatore di vita quale è, orribile e mortifero. Questi gli accorgimenti che permettono e The Conjuring di scorrere agilmente pur fra tutti i triti snodi narrativi tipici del filone (arrivo nella casa, prime manifestazioni, acuirsi dei fenomeni, aiuto esterno con gli esperti che esaminano la casa e ne indagano la storia, discesa nell'incubo e gran finale spettacolare).

Ottima la fotografia di John R. Leonetti, che sguazza nelle ombre ma con la capacità di non farci perdere alcun dettaglio nè di affaticarci la vista, azzeccate le apocalittiche musiche di Jospeh Bishara.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 7 voti.

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Alberto Longo alle 9:57 del 3 settembre 2013 ha scritto:

Visto, finalmente. Wan riesce a trattare temi non originali con una ventata d'aria fresca, creando tensione e suspense che si tagliano a fette, strizzando l'occhio a diversi films (Polgreist, L'esorcista,Amityville...e chi più ne ha, più ne metta). Personalmente ho preferito Insidious, ma è inutile negare che il film mi abbia fatto diventare cianotico sulla sedia per quanto trattenessi il respiro piuttosto che che sobbalzare!