R Recensione

3/10

Sinister 2 regia di Ciaran Foy

Horror
recensione di Fabio Secchi Frau

Dopo gli eventi sconvolgenti del primo Sinister, il demone Bughuul continua a farsi sentire con un’intensità spaventosa. Stavolta, ha preso di mira i gemelli di una madre che si è rifugiata nella casa maledetta per scappare agli abusi domestici. A cercare di salvarli dalle potenze malefiche, arriva un investigatore privato, amico dello scrittore del precedente film, che è intenzionato a fermare una volta per tutte i satanici rituali del "boogeyman" sputato dall'inferno.

  Fatte salve la buona fede e la coerenza dell’autore nei riguardi della pellicola precedente (a onor del vero, un po’ più raffinata di questa), nonché le difficoltà oggettive dell’impresa (un sequel interpretato da attori cinematografici di poco richiamo), questo Sinister 2 è come uno degli snuff-movies in 8 mm che i bambini-fantasmini-maledettini-assassini proiettano, ogni notte, nella casa rurale infestata: è confuso, non fa paura, ma fa comunque schifo.

  L’horror, che si celebra in scena e ricostruendo in maniera quasi organica la presunta ed ereditata angoscia dell’originale (dico “presunta” perché non tormenta per niente, in realtà), rivela spesso la macchinosità e la ridondanza imposte dai limiti di una passata narrazione di eventi del tutto simili.

  Qui, in quasi un’ora e mezza plumbea di desiderio demoniaco di corrompere l’innocenza in cerca dell’eterna dannazione, la storia avanza greve in linea retta, con i personaggi già precondannati al loro destino. Abbiamo, per esempio, un investigatore privato che, non si sa come, viene a conoscenza che il suo migliore amico (che in Sinister era interpretato da Ethan Hawke) è stato vittima delle potenze soprannaturali di un demone in smoking (e vagamente simile a un ultimo Michael Jackson), così si reca (non tanto repentinamente) nel luogo del fattaccio per dare, giustamente, fuoco a tutto. Ma, sorpresa sorpresa, trova la casa abitata da una irriconoscibile Shannyn Sossamon (che avevamo lasciato magrissima e nervosissima in alcuni popcult movies Anni Novanta-Duemila e che ritroviamo, invece, bella in carne), madre protettiva di due gemelli, interpretati da Robert e Dartanian Sloan, in fuga da un marito violento. Pur mettendola al corrente di ciò che è successo nella sua proprietà e pur rintracciata dalla sua manesca dolce metà che non aspetta altro che fare i conti con lei, la matriarca non se ne cura… e non si accorge nemmeno che uno dei due figli è stato già assoggettato ai rituali diabolici, mentre l’altro è addirittura geloso di non essere il prescelto (!!!).

  A questo script del tutto inefficace e anti-familiare (vista la sottotrama di abusi domestici e lo stesso nucleo domestico come oggetto prediletto di un olocausto satanico), si aggiunge la totale mancanza di ritmo e atmosfera, che è forse la cosa più grave di questo titolo. Perché in un horror, se non ci si spaventa, che si deve provare?!? Quindi, nonostante la violenza di alcune immagini, la tanta oscurità e l’indugiare sui corpi delle vittime sacrificate a un dio, Sinister 2 innervosisce e sfianca lo spettatore medio, almeno sino a un finale improvvisamente nero e del tutto privo di logica mefistofelica.

  Siamo, insomma, a corto di idee, ma non di risorse creative, che cercano di essere sfruttate al massimo. Forse pure un po’ troppo ed eccedendo nel gore. Colpisce, per esempio, la scena della tortura topesca, presa direttamente dagli antichi libri di supplizi medievali… e questo porta lo spettatore a pensare che se un merito ‘sto gruppo di bambinetti carnefici deve averlo, va ricercato principalmente nella creatività (Giovanni Muciaccia lo aveva capito da tempo), anche se sembra alquanto inverosimile e inconcepibile che un bambino sotto i 10 anni possa realizzare simili omicidi fra oggetti odontoiatrici, sorci e alligatori aggressivi ai limiti della peggiore puntata di “Wild”. Ciaran Foy (Citadel) fa di tutto per invogliare nuovi spettatori e per tenersi coloro che avevano visto il Sinister del collega Scott Derrickson, ma il difetto ricorrente nei remake si conferma: sacrificare alla ripetizione di un prodotto “di successo” (il primo, anche se fatto con i piedi, aveva un buon numero di fans americani, anche se in Italia ci si sforza di ricordare la storia) la potenza dell’immaginazione orrorifica.

  Non per essere cattivi, forse anche più cattivi del demone Bagul, ma questa pellicola è inutile. Arriva il momento in cui si deve dire di no a questi sequel horror, perché privi di qualsiasi abilità o idea innovativa, che sia essa narrativa o visiva. Essi sono puramente motivati dal suono del denaro che viene risucchiato dai vostri portafogli per andare ai loro, sfruttando un tentativo di creare un franchising redditizio e propinandovi titoli che spacciano come interessanti e spettrali, ma che in realtà è semplicemente usurati.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo film. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.