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8/10

Gilda regia di Charles Vidor

Drammatico
recensione di Gloria Paparella

Johnny Farrel accetta di lavorare nella bisca di Ballin Mundson, l’uomo che gli ha salvato la vita. La riconoscenza di Johnny è messa a dura prova quando scopre che Gilda, la donna che ha amato appassionatamente, è la moglie del boss. Gilda tenta di sedurlo, provocando il disprezzo definitivo di Johnny.

Noir d’altri tempi, Gilda è una pellicola rimasta leggendaria soprattutto per la straordinaria interpretazione di Rita Hayworth di un’eccitante tentatrice, moglie di un proprietario di una bisca di lusso ed ex amante di Johnny Farrel (Glenn Ford), l’uomo che lavora per lui.

La voce fuori campo di Ford accompagna lo spettatore attraverso tutta la storia, come a narrare una visione oggettiva dei fatti (espediente tipico del genere noir). Nonostante qualche elemento debole della trama (come il controllo forzato del monopolio tungsteno o il motivo sconosciuto della fallita storia d’amore tra Gilda e Johnny), il film affascina per l’ambientazione esotica e suggestiva e per l’immagine forte e carica di sensualità della Hayworth. Rimasta ferma per due anni di maternità, l’attrice viene rilanciata qui da Charles Vidor, il quale fa di lei la figura di femme fatale per eccellenza: con i capelli rossi sciolti sulle spalle e un vestito nero corredato di lunghi guanti, Gilda si esibisce in numeri musicali indimenticabili come <<Put the blame on Mame>> e <<Amado Mio>> (la voce è quella della cantante Anita Ellis). Rimasta celebre soprattutto nella prima inquadratura (quando le viene chiesto se è presentabile, e risponde: “Io? Lo sono più del necessario”), Rita Hayworth rimarrà legata al personaggio di dark lady anche nei film successivi, come La signora di Shanghai (diretta dal marito, Orson Welles) e Trinidad. Bravissimo anche Glenn Ford in un ruolo, come da lui stesso affermato, che nasconde una forma di omosessualità latente.

Brillante la fotografia di Rudolph Matè e significativi i dialoghi tra i protagonisti, tanto da rendere avvincente questa pellicola che, pur non essendo un capolavoro, rimane negli annali del cinema grazie a Gilda-Rita, donna che si ribella al ruolo di oggetto, ma che allo stesso tempo non riesce a contenere la sua sessualità folgorante.

 

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