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6/10

Bad Moms - Mamme molto cattive regia di Jon Lucas, Scott Moore

Commedia Demenziale
recensione di Claudia Mastro

La giovane mamma Amy Mitchell dopo una giornata particolarmente dura, culminata con la scoperta dell'affaire del marito con una ragazza online, ha un epifania: forse deve smettere di fare tutto per bene e lasciarsi andare. L'accompagnano nel “cambiamento” altre due mamme imperfette: la dolce Kiki e la spregiudicata Carla. Riusciranno a battere, soprattutto alle elezioni scolastiche, le terribili mamme perfette capeggiate da Gwendolin Lewis?

Il film, lodato da tutte le sue protagoniste per la sua veridictà, è la storia della  "realistica" Amy di Mila Kunis -in lenti a contatto scure- , i cui normalissimi impegni vengono commentati dalle sue pari con lo sgomento e l'ammirazione che di solito si lasciano per madri davvero incasinate (Amy ha un marito, un lavoro da dirigente di una flessibilità ridicola, due macchine, e i suoi unici problemi vengono anche dal fare cose come mangiare spaghetti mentre guida); ovviamente però la vera festa per un cacciatore di cose inverosimili sono le mamme perfettine: aerei privati, suv, completini chanel, capelli impeccabili e concentrazione e controllo sulle attività del dopo scuola tipicamente americane e un po' oscure per il pubblico non sttaunitense (quale sarebbe la giusta frequenza per indirne?) totalizzante. Se Mila Kunis è uno stereotipo della mamma che non si ferma un attimo tutto il giorno, non si capisce di chi queste donnine siano l'esagerazione.

Come moltissime commedie “scatologiche” (c'è un delirio non male sui peni non circoncisi che difficilmente finirà nella versione tv) degli ultimi anni americani, di cui questa è solo la versione femminile ma scritta comunque da maschi (e si vede: sono gli autori di una notte da leoni- e si vede anche questo), c'è larghissima libertà all'improvvisazione, la cui classifica finale di rendita è: ottima, meritevole di più tempo possibile per Kathryn Hahn, buona mesteriante a Cristina Applegate, tremendamente insufficienti tutte le altre. Strano a dirlo vista la materia, ma i punti migliori sono quelli in cui tutti si adattano strettamente allo script, scritto con un innegabile maestria capace di dar vita a non poche astuzie, una tra le tante anche l'instillare  un briciolo di vita al gatto di marmo Jay Hernandez.

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