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7/10

Non si ruba a casa dei ladri regia di Carlo Vanzina

Commedia
recensione di Claudia Mastro

E' la fine per Antonio (Vincenzo Salemme), impresario di una onestissima e ligia ditta di pulizie, quando scopre di aver perso l'appalto per la pulizia degli ospedali di tutta Roma, finita ad un azienda  con punteggio minimo, evidentemente aiutata da qualcuno "in alto": ridotto quindi a fare il domestico assieme alla moglie (Stefania Rocca), per un caso del destino si ritorva a prestare servizio proprio a casa dell'uomo che scopre essere stato l'arteficio della sua "debacle" ovvero Simone Santoro (Massimo Ghini) .

Buona commedia, con le dovute differenzazioni: la coppia Stefania Rocca - Vincenzo Salemme é esageratamente ben affiatata (e meno male, dato che sono sullo schermo per un tempo record di quasi tutti e 90 i minuti, a parte una scenetta di poco conto -soprattutto per il mondo femminile- della Ria Antiniou); Massimo Ghini e la Arcuri, invece, stentano un pò di più: lei come burina funziona più grazie all'abbigliamento e al trucco, ma é rigidina per il resto; lui invece si commuove troppo nelle parti in cui mostra "il lato buono", tanto da rendere  il necessario tifo contro di lui per far andare avanti la trama un pò difficile, nefandezza più nefandezza meno (e nella primissima scena in cui si tuffa nella sua piscina dà una involontaria e tale panzata che la sua pena sembrava già in parte scontata).

A parte il solito avvio di storia frettoloso (i coniugi Russo si danno alla disperazione e lasciano alla casa nel momento stesso in cui sanno della perdita dell'appalto) e esplicatorio all'inverosimile (nomi in sovrimpressione delle città in cui si svolge la scena, professori che ad alta voce ripetono che la figlia è bravissima e dovra fare un master costoso), per quanto riguarda la messa in scena generale non si è voluto osare troppo, anche perchè questo era un progetto che aspettava il green light da un paio d'anni e, con un cast di prim'ordine - e l'ottima scelta della Rocca, che poteva rivelarsi un boomerang sul mento e che invece è stata una graditissima sorpresa - e qualche scena estera, probabilmente non si è voluto esagerare in spese per quelle cose che da sempre nel mondo vanzina sono comunque considerate superflue (i cari vecchi movimenti di camera) e ci si è quindi affidati al classico montaggio dell'eterno Luca Montanari e ad un semplice solo carrello finale di buon impatto ripagato probabilmente dalla citazione di sky tv e dei suoi programmi in un paio di scene.

Qualche battuta è difficile da credere che sia stata addirittura "cronometrata" dal regista, dato che cade piuttosto nel vuoto o ad essere meno zuccherosi non fa proprio ridere, ma da una commedia d'azione (dice di avere echi di american hustle, ma sembrava più colpo gobbo a milano) ben congeniata, che fa riflettere, con tanto di "attinenza al reale" che fa tanto sbrilluccicare gli occhi dei produttori quando la scovano e un doppio triplo finale (che non guasta mai, soprattutto nel cinema italiano a cui sembra sempre manchi un rullo) non si poteva chiedere di più.

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