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4/10

Anche Se E' Amore Non Si Vede regia di Salvatore Ficarra, Valentino Picone

Commedia
recensione di Antonio Falcone

Torino. Salvo (Ficarra) e Valentino (Picone), amici per la pelle, organizzano con la loro società di servizi turistici  dei tour lungo la città, utilizzando un vecchio autobus rimesso a nuovo: se il primo è stralunato, estroso e intraprendente con le donne, come testimonia la scelta di Natascha (Sascha Zacharias) a far da hostess non certo per le sue capacità professionali, l’altro è invece timido, ingenuo, romantico sino all’eccesso e subissa la sua compagna Gisella (Ambra Angioini) di coccole ed attenzioni; la donna, soffocata da tanto zelo amoroso, decide di lasciare Valentino, pregando Salvo di farglielo sapere; a scombussolare il tutto ecco  rientrare dall’ America la comune amica Sonia (Diane Fleri) segretamente innamorata proprio di Salvo…

Che delusione! Ho sempre pensato che l’avventura sul grande  schermo del duo Ficarra & Picone (in particolare Il 7 e l’8, 2002), dopo i trascorsi teatrali e televisivi, fosse uno dei più felici esempi di “trasloco” al riguardo, ma la visione di Anche se è amore non si vede, loro prima regia autonoma, mi ha lasciato letteralmente l’amaro in bocca, tanto all’uscita del cinema che, ancor di più, a qualche giorno di distanza: alla base vi è la buona intenzione manifestata da una sceneggiatura sufficientemente articolata (della quale i due  sono autori, insieme a Francesco Bruni e Fabrizio Testini), volta a conferire, almeno nelle intenzioni, il tono di una commedia corale e romantica, dando un certo rilievo alle figure femminili e privilegiando toni surreali, mettendo al bando riferimenti alla realtà (giusto qualche battuta), volgarità e doppi sensi.

In effetti è così, il film risulta abbastanza garbato, ma non riesce mai veramente a decollare, complice una regia alquanto priva di nerbo e incapace di conferire sostanza cinematografica: tutto scivola via inanellando man mano i vari sketch  nel corso della narrazione, nel pieno rispetto dei tempi comici, certamente, con Ficarra e Picone a farsi spalla l’uno dell’altro rendendosi efficacemente complementari, per quanto a volte sin troppo compiaciuti, con un vago sapore di già visto e sentito nelle varie battute.

Manca, in sostanza, una definitiva e sicura caratterizzazione tanto dei protagonisti che della pellicola in sé, sospesa tra la commedia francese in odor di pochade e quella americana (più screwball che sophisticated, volendo fare i sofistici), concedendo come unica e sicura sensazione di trovarsi di fronte ad  una fiction televisiva i cui vari episodi sono stati riuniti in un’unica puntata.

Alla prossima dunque, cari e simpatici Salvo e Valentino, così come non sempre basta una penna e un foglio di carta a trasformare una valida idea in una buona, se non ottima, sceneggiatura, ugualmente non è sufficiente mettersi dietro la macchina da presa per dirigere un film e conferirgli tanto concretezza che sapida leggerezza, quest’ultima ben diversa dall’inconsistenza: può anche darsi che l’amore non si veda, ma la noia, statene certi, può essere una ben tangibile presenza.

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