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R Recensione

7/10

Ultimo minuto regia di Pupi Avati

Commedia
recensione di Claudia Mastro

Walter Ferroni (Ugo Tognazzi, perfetto) è da trent' anni il direttore sportivo di una squadra mai nominata (ma che ricorda il Perugia, il che lo renderebbe per una strano scherzo del destino proprio un simil- walter sabatini, ora in forza alla Roma ma per molti anni nella squadra bianco-rossa) , padre padrone e gran visir di un ambiente in cui le conoscenze contano più dei punti e del valore effettivo di un team. Purtroppo non la pensa così il nuovo proprietario (Lino Capolicchio) che dopo un incerimonioso discorso, avvenuto addirittura mentre si veste dopo una doccia, lo farà fuori, lasciandolo alla mercè di una vita da "vedovo da tre anni, nessun rapporto da due, abitante in un albergo di seconda categoria, 3 pacchetti di sigarette al giorno".

Basterà un caso (un calciatore della squadra picchierà l'amante della moglie, ovvia riedizione di un famoso pettegolezzo in voga alla sampdoria dei tardi anni 80) in cui Walter tira fuori tutta la sua potenza mediatica e al contempo la sua vera affezione con la squadra (la notizia non uscirà mai sui giornali) per farlo rientrare in rosa dalla porta principale: peccato che negli ingranaggi del suo piano perfetto potrebbero rimanere schiacciati sia il giocatore redivivo che addirittura sua figlia (Elena Sofia Ricci).

In Avati lo sceneggiatore è più complesso, più dettagliato, più rigoroso -scusate il gioco di parole, visto il tema calcistico- del regista e ciò viene fuori anche in questo Ultimo Minuto ingiustamente ricordato come "uno dei tanti film sul nostro gioco nazionale venuto così cosi", mentre è invece uno dei migliori ritratti di una realtà essenziale nel nostro panorama -la squadra di bassa classifica di A sempre in lizza per la serie B - non solo accurato ma interessante anche per non-appassionati.

Ottimo nella descrizione " a tappeto" dei rapporti squadra-giornali-capi tifosi - staff e, ahimè, scommettitori di vario genere, varrebbe già per il suo esatto disegno della psiche indecisa e fragilissima dei calciatori, sempre immacolata sia che si trattino di 17enni che di protagonisti che di stelle sul viale del tramonto. Che sia proprio Avati, il meno agonistico dei registi, a farlo, è ennesima parabola della destrezza italiana : il suo tour di force dell' esattezza pur senza la conoscenza diretta (anche se fornita dal giornalista sportivo michele plastino, alla sceneggiatura) può essere paragonato a quello di un Leone che senza essere mai stato in America ricostruiva un west dalla precisione certosina nell'andalusia.

A proposito di altri autori, ci sono momenti in cui Ultimo Minuto, pur se antecedente e di totale oppostezza tematica, ricorda I protagonisti di Robert Altman: in entrambi i casi si parla di un uomo che si vede far fuori dal suo mondo: per aiutarsi sfrutta quindi l'ultimo arrivato (nel caso di Avati "la stella Paolo Valenti", interpetato da Marco Leonardi ). Che Altman e Tolkin si siano ispirati a Avati? Chi può dirlo... Di sicuro, non ci sarebbe nulla male.

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