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7/10

Il Giardino Delle Vergini Suicide regia di Sofia Coppola

Drammatico
recensione di Barbara Scalco

Le sorelle Lisbon sono cinque affascinenti ragazze nel fiorire della loro adolescenza. Dei boccioli di rosa destinati ad appassire di fronte ad una madre possessiva e severa, incapace di capire l'esigenza di libertà delle proprie figlie. Costrette fra le mura della loro stessa casa non è difficile immagine a cosa porterà la loro silenziosa protesta.

Il giardino delle vergini suicide” è il primo lungometraggio in cui si è cimentata Sofia Coppola, figlia del regista italoamericano Francis Ford Coppola.

La pellicola del 1999, tratta dall'omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides, racconta l'adolescenza delle sorelle Lisbon. Bionde e bellissime queste cinque ragazze fra i 13 e i 17 anni sono l'oggetto di desiderio e venerazione più ambito di tutta la scuola. Fra di loro sono molto diverse ma quello che le accomuna è il senso di costrizione dovuto alle pressioni di una madre tanto severa e all'antica da sfiorare l'assurdo: la preghiera a tavola non deve essere mai dimenticata, le feste sono assolutamente proibite e per partecipare al ballo della scuola ci sono regole che devono essere rispettate. É quasi scontato affermare che il sesso maschile rappresenti un vero e proprio tabù.

La situazione psicologica delle ragazze può essere solo immaginata dal momento che in pubblico non danno quasi mai a vedere le loro emozioni.Gli unici che sembrano prendere in considerazione la silenziosa richiesta d'aiuto delle sorelle sono i ragazzi del vicinato, adoranti ma svegli abbastanza per capire che le loro condizioni non possono essere ignorate. Il padre di famiglia infatti, succube sottomesso della moglie, sembra non accorgersi di quello che accade sotto il proprio tetto o, più probabilmente, finge di non vedere.

La più giovane delle sorelle, Cecilia, è la prima a capire di non avere abbastanza coraggio per affrontare un'adolescenza di questo tipo, la sua mente per quanto giovane sembra essere la più lucida nell'affrontare la realtà delle cose con una delle soluzioni più utilizzate dagli adolescenti in crisi: il suicidio. Il primo tentativo fallisce ma non sarà utile nemmeno come campanello d'allarme per i genitori, i quali rimarranno freddi e impassibili fino all'ultima sequenza.

Per il Biografilm Festival la pellicola in questione viene presentata come uno dei lavori dedicati al direttore della fotografia Ed Lachman.Fotografia e colonna sonora sono infatti i due elementi cardine della pellicola che per Sofia Coppola risulta essere un esercizio di stile. Il ritmo della storia non è particolarmente scorrevole ma comunque interessante. Il finale è svelato dal principio e la vicenda è raccontata per mezzo di una sorta di flashback da parte dei ragazzi protagonisti dell'altro lato della strada mischiando in contemporanea frammenti d'intervista che richiamano il mockumentary.

La riuscita del film rimane comunque inequivocabile, sfiorando la poesia Sofia Coppola propone un personale sguardo rivolto all'adolescenza femminile, alle insicurezze e alle frustrazioni che derivano dallo scontro di due generazioni molto diverse fra loro ma che in qualche modo devono riuscire a comunicare. Una storia malinconica ma dai toni leggeri, tanto che il crudo finale viene accolto dallo spettatore con un effetto straniante proprio perchè non ci si aspetta che possa accadere ciò che viene preannunciato per tutta la pellicola.

É da sottolineare la presenza di un cast piuttosto fornito fra i quali una giovane Kirsten Dunst nei panni della più provocante delle sorelle Lisbon, A.J. Cook nella parte di un'altra giovane sorella e un cameo di Danny DeVito.

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alexmn 7/10

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