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10/10

Città amara regia di John Huston

Drammatico
recensione di Claudia Mastro

Ernie e Tully, 18 enne l’uno, 30 enne l’altro, si incontrano in una palestra californiana: Tully , dopo un combattimento, suggerisce ad Ernie di provare a combattere sul serio, ma non ne seguirà le sorti : è troppo impegnato a rimettere in sesto la sua di carriera, ed, ovviamente , anche la sua vita.

I grandi amori di John Huston (il pugilato, il cinema, la sceneggiatura) riuniti in un film che non sembra neanche un film e che invece deve essere stato dietro tantissime cose, prima fra tutte il fatto che Huston sia stato scelto come attore nel famosissimo Chinatown di Polanski, qualche anno dopo ( per non parlare dell’influenza tout-court  che questa pellicola ebbe su Chinatown, nda)

Un ottima sceneggiatura ( di Leonard Gardner, autore anche dell' omonimo libro) è quasi sempre il 50% di un film riuscito, il resto può essere tante cose, in questo caso ad esempio un casting praticamente infallibile (Stacy Keach, Jeff Bridges e la nominata all’oscar Susan Tyrrell) come anche  l’idea di raccontare la storia dei due pugili in maniera parallela, senza che si rincontrino mai a parte l'inizio, se non alla fine, in quello che è la cosa più vicina ad un “colpo di scena” che la pellicola - di sicuro non nata su quel binario- possa offrire.

John Huston aveva già i suoi anni e le sue vittorie e forse per questo Città Amara viene raramente nominato tra i suoi film migliori: certo, non è un suo noir classico (per wikipedia è un “neonoir”) , né un film d’avventura, né si vede Bogart da nessuna parte, è davvero solo la storia di due uomini che vivono nella parte peggiore della California, in case brutte e con lavori brutti, uomini per cui il pugilato è poco più che un evasione creasoldi e neanche delle più riuscite .È un pretesto per loro, la boxe, come lo è anche per questo film, ma è quel tipo di pretesto intorno a cui gira tutto, uno di quegli strani pretesti centrali che, nella vita come nei film,  o funzionano tantissimo o buttano giù tutto .

Inutile dire come funzioni in questo film, un film che non sembra neanche un film, ma un capolavoro di obiettivi centrati.

 

Curiosità: 

Il ruolo di Tully era stato pensato da Huston per Marlon Brando.

Nel film appare un vero peso massimo, Sixto Rodriguez, omonimo del noto cantante.

Jeff Bridges ebbe la parte di Ernie, ma, in realtà, John Huston voleva il fratello, il ben più noto-all'epoca- Beau Bridges.

In Italia il film è stato distribuito ben due anni dopo l’uscita americana.

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alejo90 10/10

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