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7/10

Nata ieri regia di George Cukor

Commedia
recensione di Gloria Paparella

Un esuberante miliardario arriva a Washington accompagnato dalla sua amante Bille, tanto affascinante quanto oca. Per evitare spiacevoli imbarazzi in società, decide di farla istruire dal giornalista Paul Verrall, con sorprendenti risultati…

Tratta dalla pièce di Garson Kanin, Nata ieri è una commedia brillante e molto divertente che aveva già ottenuto grande successo a Broadway nel 1946 soprattutto grazie alla sua protagonista, Judy Holliday. George Cukor la sceglie anche per la versione cinematografica per l’interpretazione di Billie Dawn, ex ballerina dai capelli ossigenati, amante del “re degli stracci” Harry Brock (Broderick Crawford) che se la porta dietro a Washington per concludere un affare tanto redditizio quanto losco. Viste le “gaffe” della ragazza di fronte a uomini importanti, Harry decide di farle imparare le buone maniere, assoldando il giornalista Paul Verrall (William Holden), il quale le fa leggere libri e giornali, la porta a visitare musei e monumenti. Il risultato è da lasciare senza fiato: l’ochetta bionda si rivela tutt’altro che stupida, rifiuta di firmare ciecamente i documenti che Harry le sottopone e insieme al giornalista, del quale si è innamorata, manderà all’aria tutti i complotti.

George Cukor realizza con garbo e con una cura estrema al particolare una sottile critica ad ogni forma di corruzione e di speculazione; Judy Holliday, che sfoggia una voce da gallina (ottima il doppiaggio italiano di Rina Morelli), non è soltanto divertente ma è anche credibile quando dalla donna-oggetto nasce la donna-persona, che comprende la realtà e si ribella. La parte valse all’attrice il premio Oscar e il Golden Globe, scalzando così la concorrenza delle favorite Bette Davis (Eva contro Eva) e Gloria Swanson (Viale del tramonto).

Usando i mezzi dell’ironia, il regista porta in alto una posizione altamente democratica, per cui la protagonista può dare del “nazista” con convinzione al compagno e affermare che in un mondo civile devono valere l’intelligenza e la cultura, non la forza e il denaro. Pur essendo un film in cui predomina il dialogo, molto interessante è l’episodio brillantissimo della partita a ramino (ribattezzato da Billie “calabrache”), girato in un’unica, lunga sequenza. William Holden composto, ma in ombra rispetto alla splendente interpretazione della Holliday.

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