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7/10

I Tre Moschettieri regia di Paul W.S. Anderson

Avventura
recensione di Antonio Falcone

Una rilettura  attenta alla spettacolarizzazione,  vagando tra videogame e fumetto, del classico di Alexandre Dumas.

I tre moschettieri di Alexandre Dumas (padre), nasce come feuilleton pubblicato a puntate sul quotidiano parigino Siecle, dal 14 marzo al 14 luglio del 1844, dando vita a due seguiti, Vent’anni dopo (1845) e Il visconte di Bragelonne (1848-1850), avvincendo più di una generazione grazie ad un felice estro narrativo, volto a far uso della Storia come sfondo e per conferire valida patina di plausibilità ad ogni iperbole presente lungo il corso del racconto. Logico che il cinema provvedesse alla visualizzazione di pagine tanto ricche di ritmo, avventura, romanticismo, intrighi, facendone man mano uno dei romanzi più trasposti sul grande schermo: la mia memoria di cinefilo va subito all’elegante versione del 1948, per la regia di George Sidney, con, tra gli altri, Gene Kelly nel ruolo di D’ Artagnan e Lana Turner perfida e sensuale Milady, per poi unirsi a quella del fanciullino che ogni tanto riemerge, ricordando il divertimento in sala con l’ interpretazione scanzonata, dissacrante, ma molto fedele al testo originario, di Richard Lester, ’73, cui fecero seguito Milady, ’74, e Il ritorno dei tre moschettieri,’89.

La rilettura che ora offre, soprattutto ai teneri virgulti, Paul W.S. Anderson (Mortal Kombat, ’95, Soldier, ’98, Resident Evil, 2002), si presenta come una pellicola nella sostanza contraddittoria, che può lasciare interdetti per uno strano e non ben controllato mix tra rispetto, nelle linee di massima, dell’opera di Dumas ed estrema, spavalda, disinvoltura, ai limiti dell’arroganza, nello stravolgerla adeguandola ai frenetici e rutilanti ritmi, anche visivi, odierni: la sceneggiatura (Alex Litvak e Andrew Davies) punta essenzialmente sull’azione pura piuttosto che sulla caratterizzazione, anche psicologica, dei personaggi, tutti delineati sommariamente o comunque con molti punti in sospeso, un ormai consueto “arrivederci alla prossima puntata”, più che probabile, come si evince dal solito finale aperto, con i cattivi, novelli Lazzaro, dati per morti e resuscitati alla bisogna.

Infatti, se la scena iniziale tra i canali veneziani (ricostruiti in studio), sorta di prologo, è pura invenzione, comunque funzionale a presentare i protagonisti Athos (Matthew Macfayden), Aramis (Luke Evans), Porthos (Ray Stevenson), l’ambigua Milady (Milla Jovovich) e il sinistramente mellifluo Duca di Buckingam (Orlando Bloom), lo svolgimento successivo segue, pur se a mo’ di traccia, la pagina scritta:la partenza di D’Artagnan (Logan Lerman, bravo nell’esprimere giovanile protervia) dalle campagne della Guascogna verso Parigi, il suo incontro-scontro dapprima con Rochefort (Mads Mikkelsen) e poi con “i fantastici tre”, sino ad una blanda rappresentazione dei complotti di corte ad opera del Cardinale Richelieu (Christoph Waltz, sin troppo incolore), concedendosi un finale in crescendo e altamente vertiginoso, con spettacolari battaglie navali a “filo di nuvola” tra galeoni-dirigibili, dove la mirabilia tecnica del 3D trova finalmente giustificazione, e qualche spettacolare duello, inframmezzato da tecniche ninja.

Nel complesso, anche se più di un purista sarà pronto a stracciarsi le vesti, il film riesce a divertire e ad intrigare, passando sopra i citati difetti e senza gridare al capolavoro, grazie al gusto della contaminazione tra generi, tendente allo stupore, espresso dal regista, per quanto bel lontano da una vera e propria autorialità. Anderson non fa altro che shakerare stilemi propri dei vari action movie di questi ultimi anni, anche da lui diretti (vedi le plateali e coreografate gesta guerriere della Jovovich), agitando ma non mescolando, un po’ come aveva fatto Guy Ritchie con il suo Sherlock Holmes, delineando un’estetica complessiva sospesa tra videogame e fumetto; in fondo, ma molto in fondo, alla fine il tutto risulta coerente all’assunto proprio di Dumas, per il quale la Storia non era altro “che un chiodo al quale appendere le trame dei romanzi”(Francesco Perfetti, dall’ introduzione a I tre moschettieri e Vent’anni dopo, Grandi Tascabili Economici Newton, 1993).

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Voto degli utenti: 4,3/10 in media su 6 voti.

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Marco_Biasio (ha votato 3 questo film) alle 15:35 del 3 novembre 2011 ha scritto:

Io l'ho trovato francamente una baracconata inguardabile. Anzi, più di una volta mi sono sbellicato dal ridere, soprattutto nelle scene di azione e nell'utilizzo bombastico degli effetti speciali. Il fatto che ci sarà un sequel ha fatto piombare nello sconforto - rumoroso - tutta la fila in cui ero seduto. Per una storiella esile esile come questa Christoph Waltz è sprecatissimo. Unica nota positiva, Milla Jovovich... ma non per presunte superiorità attoriali!

alexmn alle 20:05 del 3 novembre 2011 ha scritto:

io non l'ho visto..però, come dire, dal buon W.S. Anderson non ci si può che aspettare baracconate. è il suo modo di fare cinema, nonchè il suo punto di forza se a uno piace il genere. nella sua filmografia, forse solo il terzo resident evil si salva..volendo anche death race...

era abbastanza un'illusione anche il sol pensare di trovarsi di fronte un film diverso

Marco_Biasio (ha votato 3 questo film) alle 12:05 del 5 novembre 2011 ha scritto:

RE:

Sì, ma ti dico, Alessandro, a vedere questo film sono stato letteralmente trascinato Ho un'idiosincrasia fortissima per spettacolarizzazioni circensi di questo genere. Nello specifico roba così mi sembra ancora più fastidiosa... Non avevo collegato che il regista fosse lo stesso di Resident Evil, comunque! Tutto torna

Slask (ha votato 3 questo film) alle 18:06 del 4 novembre 2011 ha scritto:

già

concordo sulla "baracconata inguardabile". Dumas si starà rivoltando nella tomba, e per l'ennesima volta ancora non si riesce a trarre un adattamento cinematografico fatto come dio comanda da quel bellissimo romanzo...

alexmn alle 12:21 del 5 novembre 2011 ha scritto:

i trascinamenti al cinema sono deleteri..qualche anno fa, per lo stesso motivo, mi sono beccato 10.000 a.c. ancora peggio de i tre moschettieri..ma almeno lì non c'era un dumas che poteva rivoltarsi nella tomba

Peasyfloyd (ha votato 6 questo film) alle 23:58 del 19 giugno 2012 ha scritto:

massì è una baracconata, è vero. Non c'è dubbio alcuno. Però è vero che è una baracconata divertente. E tutto sommato piacevole da guardare. Da Paul W. S. Anderson non ci si poteva aspettare molto di più. E' un film blockbuster. Però sono d'accordo con Falcone che tutto sommato si è impegnato più del solito, specie dal punto di vista della caratterizzazione psicologica dei personaggi. Più che D'Artagnan (un giovinetto abbastanza trascurabile per recitazione e ruolo) sono notevoli i ritratti degli altri tre moschettieri. Lo salvo con una sufficienza, giusto perchè mi aspettavo molto peggio

alexanderp89 (ha votato 5 questo film) alle 0:11 del 7 maggio 2014 ha scritto:

L'unico moschettiere che è stato ben caratterizzato è Athos, gli altri moschettieri sono malamente abbozzati, Orlando Bloom interpreta bene la parte di Buckingham, ma la funzione del personaggio ai fini dell'opera è completamente inutile, e anche Milla Jovovich interpreta bene la parte di Milady de Winter, anche se si doveva puntare di più sulla parte subdola del personaggio (chi ha letto il libro ha in mente il tentativo riuscito di corruzione ai danni di Felton), ma queste sono cose su cui potrei anche passare sopra ciò che veramente mi lascia interdetto sono i galeoni volanti e le scene alla matrix, che non c'entrano niente con l'adattamento ad un romanzo storico, tanto meno col 1600.