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6/10

The Captive regia di Atom Egoyan

Thriller
recensione di Francesco Ruzzier

8 anni dopo la sparizione di Cassandra, alcuni indizi iniziano ad indicare che è ancora viva. La polizia e i genitori della ragazza si mettono in moto per cercare di risolvere il mistero.

Il regista canadese Atom Egoyan è famoso per aver sviluppato attraverso i suoi film le più svariate riflessioni su tematiche come l'elaborazione del lutto, il voyeurismo attraverso il video e l'annullamento della linearità della dimensione temporale. Tutti questi elementi sono presenti anche in The Captive, presentato in concorso al Festival di Cannes, dove, otto anni dopo la scomparsa della figlia, i genitori e la polizia iniziano a trovare una serie di prove secondo cui Cassandra sarebbe ancora viva. Per raccontare questa storia di lutti e di misteri, Egoyan struttura la narrazione cercando di dare il minor numero di punti di riferimento temporali possibili, trascinando così lo spettatore in un vortice di ricordi alternati, senza soluzione di continuità, ad azioni che avvengono nel presente, riuscendo così quasi sempre a mantenere vivo l'interesse per la storia e per gli sviluppi psicologici dei personaggi, cosa che con uno svolgimento lineare probabilmente non sarebbe avvenuta vista la non particolare originalità della storia. Il personaggio più interessante e riuscito è senza dubbio quello del rapitore, interpretato da un fantastico Kevin Durand, che non si limita a tenere reclusa in una stanza la ragazzina rapita, ma passa gran parte del suo tempo a studiarne ogni sfumatura e comportamento attraverso delle telecamere installate nella stanza di lei e, come se non bastasse, spia costantemente la mamma di Cassandra, sempre grazie a delle telecamere nascoste, per osservarne le reazioni ogni qualvolta viene a contatto con un oggetto che le ricorda la figlia scomparsa. Ciò che attira maggiormente l'attenzione è sicuramente la facilità con cui, prendendo in considerazione il lato metacinematografico del film, la figura del "cattivo" possa essere accostata a quella di un regista, che con l'inserimento progressivo di dettagli ed elementi specifici cerca di catturare le emozioni dei propri personaggi. Al di là però di qualche spunto interessante The Captive non riesce praticamente mai a raggiungere il livello di altre opere del regista, come ad esempio Exotica, rimanendo un film tutto sommato non indimenticabile.

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alexmn alle 16:22 del 17 maggio 2014 ha scritto:

speravo che l'essere presente a cannes potesse coincidere con il ritorno di egoyan ai livelli d'inizio carriera, ma forse anche stavolta non ci siamo. son comunque curioso di vederlo!