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6/10

L'amore criminale regia di Denise Di Novi

Drammatico
recensione di Leda Mariani

Tessa Connover (Katherine Heigl) a stento riesce a gestire il recente divorzio, quando il suo ex marito David (Geoff Stults), si fidanza felicemente con Julia Banks (Rosario Dawson), portando quest'ultima a vivere nella casa che condivideva con Tessa, e coinvolgendo anche loro figlia Lily nella nuova storia d'amore. Nel tentativo di calarsi nel ruolo di moglie e matrigna, Julia crede di aver trovato finalmente l'uomo dei suoi sogni: quello che la potrà aiutare a gettarsi alle spalle un passato burrascoso. Ma la gelosia di Tessa prende subito una svolta patologica e niente potrà fermarla nel trasformare i sogni di Julia in veri e propri incubi.

L’amore criminale (Unforgettable) è il film di debutto alla regia per la veterana produttrice Denise Di Novi (Crazy, Stupid, Love; Focus). Scritto da Christina Hodson e sceneggiato da David Leslie Johnson, per la regista e produttrice questo thriller dal tocco femminile, racconta l’intrigante rapporto tra due donne molto diverse, che si trovano coinvolte in una relazione famigliare complicata. Ognuna di loro si sente addosso una pressione enorme: una per il fatto di dover creare la vita perfetta, l’altra perché deve cercare di mantenerla. Questa pressione porta una di loro (con precedenti) verso la pazzia, mentre l’altra è costretta a trovare la forza di combattere per la sua stessa vita.

 <<Ho pensato che fosse un tema adatto per realizzare un thriller molto intenso>>, ha dichiarato la regista, e in effetti è vero: il tema c’è, il ritmo anche, di suspense ce n’è molta e il film è girato bene, da manuale di maestranze hollywoodiane. L’interesse del tema, che scava nelle insicurezze del personaggio di Julia, vittima di violenze da parte del partner precedente, e nel rapporto psicotico di Tessa con sua madre e dunque con sua figlia Lily, è amplificato dalla chiara riflessione sulla massiccia diffusione (ed invasività) dei mezzi di comunicazione odierni. La nostra identità non è mai stata così vulnerabile. <<Al giorno d’oggi è veramente facile essere ingannati o manipolati senza che ce ne accorgiamo>>, ha raccontato la Di Novi, <<e questo è un fatto che gioca a favore del piano di Tessa>> e che nella realtà porta alla feroce amplificazione di casi di pressione psicologica, stalking, bullismo, e violenze di ogni tipo, che possono anche indurre al suicidio, o all’omicidio.

Per questa pellicola dunque molta carne al fuoco: argomenti interessanti, importanti, la godibilità del genere, l’ottima interpretazione di tutti gli attori, più che professionisti, e la splendida fotografia di Caleb Deschanel, molto amato dalla regista: <<Averlo avuto nella mia troupe non ha prezzo. Il suo lavoro ingegnoso nell’uso delle luci e delle ombre, mi ha aiutato a creare l’umore e l’ambiente del film>>. Le riprese de L’amore criminale sono state effettuate interamente nella Contea di Los Angeles, in California, e la fotografia principale ha usato come sfondo luoghi come Sierra Madre, Pasadena, Encino e il centro di L.A. L’aspetto glam e patinato, soprattutto quando rivolto al personaggio di Tessa, è la ciliegina sulla torta di un film che sembrerebbe perfetto, e che non sembra nemmeno un esordio alla regia, ma forse rapita dalle caratteristiche dei suoi stessi personaggi, la Di Novi indugia e indugia su queste due donne, arrivando forse a degli eccessi, soprattutto verso il finale, che purtroppo rasentano il ridicolo. Il doppio finale sarebbe stato da evitare completamente: poteva servire da scioglimento, dopo ore di tensione crescente, ma c’è una situazione che più che reiterare all’infinito il “sospetto hitchcockiano”, fa veramente ridere (e non credo sia voluto).

La Di Novi ha sviluppato il film con la produttrice esecutiva Lynn Harris, ma era già pronta a produrre da sé il progetto prima che le venisse offerta l’opportunità di debuttare alla regia: <<Come produttrice, ho realizzato film di ogni genere, ma mai un thriller, ed è strano perché sono i film che amo di più. Perciò ero entusiasta di poter dirigere questo, soprattutto perché era una storia incentrata su personaggi femminili>>. E la pellicola non è male, ma appunto, alla fine forse, nel suo scavare troppo nei personaggi, esce un po’ dagli stilemi del thriller e crea continui cali di tensione facendoci uscire dal sogno (o dall’incubo): fa insomma perdere allo spettatore l’empatia rispetto agli  avvenimenti e sul più bello, si spegne un po’.

Troppi cliché, in quella che sembrava una storia promettente. Il carico di traumi e sofferenza che una donna si porta dietro dopo un’esperienza di violenza subita dall’uomo che amava e da cui credeva di essere amata. La paura di essere giudicata, il senso di colpa per non aver saputo reagire, inducono Julia a indossare una veste di sicurezza che nasconde un vero e proprio terrore di perdere quello che si è infine raggiunto, ovvero un rapporto di coppia sano e normale. Questo offre al personaggio di Rosario Dawson molto materiale su cui costruire la sua performance, mentre a Katherine Heigl non resta che affidarsi a trucco, vestiti, sguardi e atteggiamenti sopra le righe, per creare un personaggio di diabolica pazza che ci sembra di aver già visto in tanti altri film, e che più che citare i classici del genere thriller, ne fa una forzata imitazione. Anche la follia di Tessa ha alla base un trauma e un’insicurezza patologica creatale dalla famiglia, ma la costruzione della storia, i colpi di scena e la risoluzione del plot, pieno di numerosi non sequitur, sono così maldestri e poco plausibili, da suscitare più ilarità, che tensione. Non creduta da nessuno, la povera Julia si trova al centro del piano malvagio concepito dalla rivale e che presuppone la totale ignoranza, da parte di una donna intelligente e in carriera, che per di più con i social ci dovrebbe lavorare, delle regole più elementari del funzionamento di Internet e della tutela della propria privacy. Il ritorno dell’ex, preparato a lungo, viene risolto velocemente e in modo deludente in un paio di scene, perché in realtà è solo un diversivo prima del lungo showdown tra le protagoniste, che ripropone tutte le classiche forme del genere, miracolose resurrezioni incluse.

Brava e dal volto quasi ipnotico Isabella Kai Rice, nel ruolo della piccola Lily,  che ha debuttato al cinema nel musical Jem and the Holograms. La Rice ha avuto ruoli ricorrenti nella fortunata serie True Blood, della HBO, ha recitato come ospite in Glee, Pretty Little Liars, Dr. Ken e Castle. Ha iniziato a posare come modella da quando era in fasce, scelta per campagne internazionali di firme come Abercrombie & Fitch, Forever 21 e Guess e vedendo come recita, alla sua tenera età, direi che ha di fronte una carriera interessante.

Unforgettable può essere al massimo considerato un divertente b-movie, ottimo per una visione conviviale, comodamente seduti su un divano, sgranocchiando pop-corn, tra l’angosciato e il divertito.

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