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5/10

Wolverine - L'immortale regia di James Mangold

Azione
recensione di Alessio Colangelo

Prigioniero a Nagasaki alla fine della II Guerra Mondiale, Wolverine salva il soldato Yashida dall'esplosione nucleare. Ai giorni nostri divenuto ormai vecchio Yashida manda la fidata Yukio a recuperare Wolverine, autoesiliatosi nei boschi. Yashida non mira solo a un addio: vuole anche offrire a Logan il dono prezioso della mortalità, la possibilità di porre fine alla sequela di perdite che Wolverine ha subito nella sua eterna esistenza...

Sono il migliore in quello che faccio. Ma quello che faccio non è bello..."

Il secondo spin-off della serie X-Man, incentrato sul personaggio di Wolverine, viene diretto da James Mangold ( Identity , Quel treno per Yuma) il quale non fa discostare molto il personaggio di Wolverine da un canovaccio che sembra ormai calzare a pennello a questa saga. Partendo dalla figura di Logan, esiliato ed emarginato in una cittadina di montagna negli Stati Uniti, l’azione presto si sposta in Giappone dove un antica storia che aveva coinvolto Wolverine a Nagasaki lo porterà a dover seriamente considerare di tornare a combattere. In questo secondo film manca tutta l’azione e la corporeità pervasiva che aveva caratterizzato il precedente episodio per lasciare spazio alle debolezze e alla componente (umana?) di Logan, ci pare di affermare quindi che la diegesi si allontana da quella che è la storia del fumetto originale privilegiando una trama più semplice che porta una fruizione più immediata. Le inquadrature appiattite sul personaggio non lasciano grande spazio alla visione del paesaggio ancor più penalizzato dal 3D che risalta solo il primo piano, il colore è ben bilanciato e anche i giochi di luci-ombre lasciano piacevolmente colpiti e abbagliati, la colonna sonora abbastanza anonima (nonostante sia realizzata da Marco Beltrami) non pone sufficientemente in risalto i momenti d’azione privando lo spettatore di suspence e di attesa. È un film prevedibile, che in certi punti annoia e che passa senza tanto interesse lasciandoci un po’ di fastidiosa continua attesa per un grande colpo di scena che non si realizzerà mai. Non dispiace tutto sommato l’atmosfera giapponese, anche se si potevano evitare scene tipiche da film wuxia-pian superflue, ninja che sembrano usciti dal medioevo e continue cerimonie del thè. Mangold sembra essersi calato in un ruolo più da attore che da regista sembra guardare le cose dall’interno della scena invece che elevarsi a demiurgo. Lasciando agli umani la maggior parte della scena Mangold si dimentica forse che i protagonisti dovrebbero essere dei mutanti e non Wolverine contro la mutante Vyper. Lasciando che i personaggi agiscano come robot, non si percepisce una interessante messa in scena, Wolverine agisce come se fosse in un videogame picchiaduro. Il montaggio scollegato e frettoloso conferisce una discontinuità molto fastidiosa nella messa in scena. Gli effetti speciali quasi non si notano nonostante sia un film anche girato in versione 3D, in tal senso mancano panoramiche e vedute aeree che possono dare in un film d’azione maggior adrenalina e immersività.     

In conclusione questa volta Wolverine non centra l’obiettivo di farci appassionare alle sue avventure, nonostante ai fan più accaniti questo film possa comunque piacere, non ci sentiamo di promuoverlo.  

 

 

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