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5/10

The Start Up - Accendi il tuo futuro regia di Alessandro D'Alatri

Biografico
recensione di Claudia

Matteo ha 18 anni, vive a Roma e dopo una cocente delusione sportiva troverà le forze per canalizzare tutto il suo dispiacere in un idea che lo porta a creare un app di successo.

Un'Italia che sembra l'America, non solo nella sua ricerca di fama attraverso app e computer ma nel suo milieau tutto figlio di sponsor della squadra di nuoto e simili, che tanto ricordano film di John Huges più che la periferia romana da dove parte the start up, che , “by the way”, è basato su una storia, misconosciuta, ma vera.

La storia di Egomnia raccontata dal film (ovvero un sito che secondo alcuni calcoli dovrebbe stabilire chi davvero ha merito e chi no) è molto pompata e migliorata: il lieto fine non corrisponde con quella di un sito che ha ad oggi circa 18,000 like e 150,000 euro in debiti; ma più con un ritorno d'amore del protagonista con la sua bella lasciata ad inizio film, eppure il film sembra funzionare a momenti, grazie all'egregio scimmiottamento appunto di stilemi americani che non faranno la gioia del cinefilo ma del classe 2000 probabilmente si: senza il giogo della forzata verità e di Fincher alle spalle (ma anche di Moneyball) poteva funzionare ancora di più, tanto licenza artistica per licenza artistica (tutta la parte milanese con tanto di movida è palesamente macchiettistica ) a questo punto era molto meglio inventare una storia, non farla neanche minimamente aderire ad una vera poi comunque rivelatasi fallimentare e quindi in contrasto con la sua idea di base (“la meritocrazia vince sempre”): il punto debole di The start up è quindi proprio la sua veridicità, il fatto che sia successa davvero, anche perchè appunto poi crollata miseramente. Era meglio scrivere da capo personaggi più interessanti, meno stereotipati (a Roma se Magna, a Milano se lavora e di notte si beve) una storia con un twist più convincente (persino The Social Newtork, nella sua linearità, poteva contare su più sbalzi) e basta. D'Alatri ha costruito un film evidentemente per un pubblico strettamente under 21 tanto quanto the social network ambiva fintamente a quella fascia ma in realtà a quella sopra, e la presenza di figure giovani e giovanissime anche in posizioni di rilievo decisionale in quel di Milano è il suo modo di centrare questo obiettivo.

Ma The start up fallisce miseramente nel dare un' idea credibile di come funzioni il marketing , di come funzioni un'App, di come funzioni l'Italia, persino di come funzioni una squadra di nuoto. Ed è basato su tutte e 4 queste cose. Recitazione tv. Musiche tremende.

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