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4/10

La Madre regia di Andres Muschietti

Horror
recensione di Federica Banfi

Dopo aver ucciso la moglie, Jeffrey (Nikolaj Coster-Waldau) rapisce le sue due bambine Victoria (Megan Charpentier) e Lilly (Isabelle Nélisse) e si dà alla fuga. Durante la folle corsa verso la salvezza, tuttavia, la macchina finisce fuori strada e, una volta giunti all’interno di una casa disabitata, l’uomo viene ucciso da una misteriosa creatura del bosco. Cosa ne è stato invece delle due bambine? Cinque anni più tardi il fratello di Jeffrey, Luke (sempre Nikolaj Coster-Waldau), e la compagna Annabel (Jessica Chastain), una stramba coppia di artisti, ancora non si sono dati per vinti e continuano imperterriti la ricerca dei parenti scomparsi. Per pura fortuna vengono ritrovate le due nipoti, rimaste a uno stadio quasi animalesco, che vengono affidate alla custodia di Luke e Annabel. Ma non saranno sole.

Quando un regista come Guillermo del Toro sembra mostrare estremo interesse per un terrorizzante cortometraggio di un giovane sconosciuto, al punto di dargli la possibilità di realizzarne un lungometraggio e portarlo sul grande schermo, gli appassionati del genere horror cominciano a drizzare le orecchie. Aggiungete due attori all’apice della loro carriera (il nordico Nikolaj Coster-Waldau, protagonista della serie tv Game of Thrones e la bella quanto brava Jessica Chastain) e la promessa di una nuova terrificante esperienza cinematografica e il gioco è fatto.

Per quanto innovativa e spaventosa possa sembrare la messa in scena realizzata dai fratelli Muschietti (il regista Andy e la produttrice Barbara), basata sull’archetipo primordiale della possessività materna e l’infanzia tormentata, tutti gli elementi sembrano unirsi per realizzare un pastiche malriuscita di punti cardine della cinematografia giapponese. Del Toro si dice entusiasta dell’idea di Muschietti di rendere protagoniste due bambine, ma quanti film horror nipponici si basano su questa prerogativa? Lo stesso Del Toro, nel suo capolavoro Il labirinto del fauno aveva scelto come protagonista la giovanissima Ivana Baquero, con tutt’altro risultato rispetto alla mediocre realizzazione di Muschietti! Fantasmi e mostri pieni di rancore, pilastro nella cultura cinematografica del lontano oriente, vengono qui ripresi e stravolti, resi attraverso dozzinali effetti speciali, tanto che la stessa madre, che pur nelle intenzioni del regista doveva assomigliare a “un quadro di Modigliani putrefatto”, non risulta per nulla inquietante o mostruoso. Per quanto il regista si sforzi di apportare afflati di novità all’interno della sua opera prima tutto porta una vaga impressione di “già visto”; inoltre il ritmo del film non è sufficientemente calibrato e risulta incapace di spaventare lo spettatore, regalandogli esclusivamente un paio di “salti” sulla poltroncina, dovuti per lo più a rumori e visioni improvvise che a veri e propri giochi di suspense. I flashback riguardanti la madre sono i punti dolenti della vicenda: la realizzazione tecnica risulta malfatta (la sovraesposizione delle immagini e la grana che vorrebbe richiamare un tempo passato vengono utilizzate sciattamente), la vicenda narrata confusamente e fin troppo velocemente, come a volerci spiegare tutto e subito. I personaggi, nonostante le eccellenti capacità recitative sia degli adulti che delle bambine, ricalcano gli stereotipi classici del film dell’orrore contemporaneo, rendendo facilmente intuibile ad ogni sequenza il concatenarsi delle vicende: tutto è chiaro e prevedibile anche per lo spettatore meno attento. Anche Hitchcock aveva l’abitudine di prendere lo spettatore e accompagnarlo mano nella mano verso la soluzione finale dell’enigma; forse però sarebbe meglio che questi espedienti fossero lasciati a chi i film dell’orrore li sa fare per davvero.

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Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 4 voti.

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