R Recensione

7/10

Crimson Peak regia di Guillermo del Toro

Horror
recensione di A. Graziosi

Nell'Inghilterra rurale di fine 800, la giovane Edith scoprirà degli aspetti misteriosi di suo marito, Sir Thomas Sharpe.

Quasi dieci anni dopo averne scritto la sceneggiatura, Guillermo Del Toro riesce finalmente a portare sul grande schermo il suo nuovo horror, Crimson Peak. Stufo che il genere in questione sia da diverso tempo collegato ai bassi budget da B-movie, il famoso filmmaker messicano si cimenta con un horror d'ambientazione e costato ben 55 milioni di dollari, girato in ambienti ricostruiti in studio e con un cast stellare. Quest'ultimo è costituito niente meno che da Mia Wasikowska, Jessica Chastain e Tom Hiddleston, i quali si ritrovano per la maggior parte del tempo in scena da soli e con unità di luogo. La particolarità del film è sicuramente data dalla volontà di mixare più generi, in particolare l'horror, il period film e il romance, fatto che rende come minimo l'operazione molto interessante all'interno del panorama cinematografico contemporaneo. Crimson Peak può vantare un controllo molto forte e radicato su tutti gli aspetti stilistici ed estetici del film, ma ciò si rivela a lungo andare un'arma a doppio taglio, in quanto non si può dire che non ci sia qualche grossolanità o scivolone a livello di scrittura, intreccio e gusto complessivo. Lo stesso vale per i personaggi che molto spesso si rivelano più funzioni della storia che portatori di una qualsiasi profondità, coerenza o simbolismo. Pur partendo molto bene finché riesce a mantenere degli aloni di mistero, Crimson Peak si banalizza man mano che va avanti, ad ogni successiva rivelazione che sembra far scricchiolare gradualmente sempre di più il patto di sospensione dell'incredulità dello spettatore, pur senza raggiungere un'ironia tale da strizzargli l'occhio con decisione in una direzione meno seria. In poche parole, l'unione di più generi si trasforma qui in un'indecisione di tono, in un'alternanza di colpi di scena non ben seminati e giustificati o al contrario a volte molto telefonati, in entrambi i casi abbastanza impressionistici e poco pregnanti di significato. Si mostra troppo con la scusa del farlo stilosamente, ci si scorda dell'importanza essenziale del non mostrato - per non parlare di quanto ciò possa essere importante in un horror - sia a livello di regia che di racconto e il film ne risente. Per il resto, uno spettacolo per gli occhi, un affascinante esercizio di stile fuori dal comune.

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