R Recensione

6/10

Mia Madre fa l'attrice regia di Mario Balsamo

Documentario
recensione di Daze

Una madre esuberante, se non ingombrante (e anche qualcosa in più), e un figlio regista, a tratti ancora bloccato dalla sua presenza. Il cinema diventa un modo per trovare un rapporto, forse anche grazie al passato di attrice della donna. Attrice per una breve stagione non particolarmente memorabile: se non per un unico film, in cui sessant'anni prima la donna recità il suo ruolo più importante e che poi, ironia della sorte, non ebbe mai occasione di vedere. Una lacuna che sarà proprio il figlio a colmare.

Torna Mario Balsamo, con un nuovo documentario autobiografico. Nel 2012, si era presentato al Torino Film Festival, con Noi non siamo come James Bond, vincendone anche il Premio della Giuria. Il documentario, seguiva il recupero e il percorso di guarigione da un tumore del regista, ed anche in Mia Madre fa l'attrice, seguiamo, in un certo qual senso, un recupero.

Una sorta di guarigione da alcune ferite dell'animo, una resa dei conti, da parte del regista, con la madre, personaggio imprevedibile, "un po' pazza", che ha insegnato al figlio a confrontarsi solo con lo scontro e il litigio ma che ha dedicato tutta se stessa alla famiglia rinunciando a parte dei suoi sogni e aspirazioni. Infatti Silvana Stefanini fa l'attrice, o meglio, nel 1954 ebbe, forse la sua esperienza più significativa nel cinema con La barriera della legge, drammatico di Piero Costa che per ammissione della stessa Stefanini, è "proprio una schifezza" e questa esperienza a Cinecittà l'ha portata ad essere esuberante, un po' ingombrante e melodrammatica. Forse proprio per questo, madre e figlio si allontanano, per anni dedicati troppo l'una all'altro e faticano a comunicare.

Quindi, il confronto tra i due arriva con questo documentario sulla vita della Stefanini, nasce e cresce proprio grazie alla passione per il cinema, un punto di partenza che li porta a riscoprirsi, tra finzione, gioco e malinconia.

In un viaggio immaginario e immaginifico a bordo della Lancia Fulvia e con fondali usciti direttamente dai film anni '50, Mario Balsamo e la madre partono per un viaggio tra ricordi e ferite, con un'ironia che delle volte strappa la risata sospinto da una colonna sonora decisamente azzeccata, a cura di Vittorio Cosma.

Puntellato da scene simboliche e parallelismi tra le vite di madre e figlio - che decisamente si somigliano più di quanto vogliano - il documentario, ci porta da Roma, a Saint Vincent ai boschi in toscana fino a fare un giro sulle giostrine in mezzo al nulla.

In definitiva, un documentario dallo stile insolito, a tratti spensierato e pop, a tratti riflessivo, che non scade mai nel patetico, ma che lascia lo spettatore distaccato e un po' confuso nel passaggio tra una scena e l'altra, alla ricerca di un collante, di un filo conduttore forte che non siano solo le figure dei due egocentrici protagonisti.

V Voti

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Daze 6/10

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