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R Recensione

6/10

2 Automnes, 3 Hivers regia di Sébastien Betbeder

Commedia
recensione di Arthur Vianey

 

A 33 anni, Arman decide di cambiare vita. Per iniziare, si mette a correre. Amélie continua la sua vita e anche lei, corre. È un buon inizio.

Il primo incontro è scioccante. Il secondo manderà Arman all’ospedale, ma sarà l’inizio della loro avventura.

Benjamin è il migliore amico di Arman. Una sera collassa in una siepe di alloro e finisce anche lui all’ospedale. Un incidente grave che tuttavia farà la sua felicità.

In due autunni e tre inverni, nelle vite di Amélie, Arman e Benjamin si sussegueranno incontri, incidenti, e moltissime storie (d’amore, che altro sennò…).

 

Traduzione dal francese di Chiara Poy (chiara_poy@hotmail.it)

Si tratta di un lungometraggio con una struttura davvero particolare, che ricorda un libro illustrato; è diviso in parti e in capitoli sottolineati nel corso di tutta la storia. Gli attori sono tutti piuttosto bravi, sebbene non abbia apprezzato la recitazione di alcuni, come Bastien Bouillon, poco naturale, se non addirittura esagerato nel suo ruolo.

In generale, la struttura bizzarra rende il film davvero molto particolare. È un film corale, dal momento che ogni personaggio rivela alla telecamera i suoi stati d’animo, come nel confessionale di un reality show su NRJ12.

La scelta dei temi si avvicina molto a quelle che di solito sono le scelte predilette dal cinema francese, anche se le professioni scelte sono un po’ diverse dalle caricature abituali. In principio abbiamo a che fare con personaggi un po’ artisti (che hanno fatto Belle Arti).

I dialoghi sono scritti benissimo e sono ben collegati malgrado il tono, direi, un po’ austero del linguaggio utilizzato.

Per quel che riguarda i lati negativi, il tema delle storie d’amore tra trentenni parigini è stato veramente abusato negli ultimi anni. Questa realtà criticata con umorismo da Canal Plus, si ripete ancora una volta in questo lungometraggio. Questo aspetto “bohémien parigino” ci ha un po’ esasperato, ma si è salvato grazie alla forma innovatrice e all’interpretazione degli attori. La condizione dell’uomo solo che non sa più che posto ha nella vita ci appare a volte un po’ patetica, paragonata ad alcune realtà sociali attuali.

Tuttavia, l’interpretazione di Vincent Macaigne resta eccellente e cominciamo a capire bene perchè questo attore dal gran carisma stia cominciando a lasciare il segno nel cinema. Fa dispiacere notare che la sceneggiatura è un po’ irrealistica e poco interessante, come ad esempio i rapporti familiari dell’amico dell’eroe. Nell’insieme, si tratta di un buon film francese che si difende piuttosto bene.

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