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R Recensione

6/10

Senorita regia di Vincent Sandoval

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

Sofia (Vincent Sandoval), transessuale di Manila, accudisce il figlio di un'amica mentre quest'ultima è in viaggio all'estero. Nel contempo, desiderosa di abbandonare il suo passato da prostituta, Sofia, trasferitasi a Talisay e cambiando nome in Donna, si dà da fare per promuovere alle comunali un candidato che le sembra una persona retta e giusta, soprattutto dopo aver scoperto che il suo avversario è socio in affari con un suo vecchio cliente fisso, il losco uomo d'affari Verano. La situazione degenera.

Iniziando come commedia, il film procede man mano verso una discesa nel dramma che si consuma in un nerissimo finale. Sandoval, dopo aver realizzato un cortometraggio, lo ha portato alla durata attuale di 99 minuti interpretando egli stesso il/la protagonista con un'indubbia capacità di immedesimazione nel personaggio, di cui incarna in modo notevole la complessa psicologia. Nel tratteggiare la vita pubblica (l'attività di campagna elettorale) e quella privata (le scene domestiche con con il giovane Tomas) di un transessuale il regista mostra di cavarsela bene, specie a livello di scrittura, nello sviluppare una storia che alterna momenti umoristici e leggeri ad altri più seri.

L'elemento più riuscito è, come detto, la sceneggiatura: la narrazione ha una singolare capacità di coinvolgimento, grazie all'ottimo tratteggio dei personaggi, anche quelli più marginali, ed un'efficace ricostruzione ambientale che rende l'idea di un sistema politico corrotto e di molte cose che non vanno nella politica e nell'amministrazione sociale locali. Degni di nota sono pure i costumi ed il trucco del protagonista, credibilissimo nel suo ruolo. La fotografia non risalta particolarmente, ma si mostra comunque curata e funzionale, con inquadrature sempre focalizzate sulla figura umana.

Il montaggio è buono, ma alcune scene potevano essere realizzate meglio: ad esempio quella della tentata violenza su Donna in una camera d'albergo non è molto realistica, dando l'impressione di un'ancora immatura competenza registica. Anche sul fronte dei movimenti di macchina l'autore preferisce non osare, mantenendola quasi sempre fissa. Per il resto invece la pellicola ha un buon ritmo che tiene viva l'attenzione per tutta la sua durata. La piacevole colonna sonora, composta di temi originali e non, ben si amalgama con le immagini, pur non sollevandosi mai dal mero ruolo di sottofondo. In definitiva l'impressione lasciata dal film è di una storia ben raccontata, cui è stato sacrificato almeno in parte il comparto tecnico, che ha qualche caduta e che rivela sovente una scarsezza di mezzi evidente, elemento che probabilmente risalta meno nell'originale cortometraggio. L'impressionante prova attoriale e l'intrigante plot narrativo con accorti cambi di registro sono comunque motivi validi per consigliare la visione.

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