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R Recensione

7/10

Suzanne regia di Katell Quillévéré

Drammatico
recensione di Arthur Vianey

 

Questa è la storia di una famiglia e di un amore attraverso il percorso di una giovane donna di nome Suzanne.

I primi anni d’infanzia di Suzanne e sua sorella Maria sono felici, nonostante l’assenza della madre, morta prematuramente.

Nicolaï, il padre, fatica a tirare avanti. Goffo ed amorevole, si sacrifica poco a poco per loro.

Poi arriva l’adolescenza. Suzanne rimane incinta, incontra un ragazzo un po’ delinquente del quale si innamora perdutamente e fugge con lui, abbandonando il suo bambino. Si susseguono anni di vagabondaggio; il carcere, l’attesa, un incidente. Un cammino difficile, minato di ostacoli prima che questa famiglia possa riunirsi e prima che il padre, la figlia e il suo bambino si rincontrino…

 

Traduzione dal francese di Chiara Poy (chiara_poy@hotmail.it)

Ecco qui un film con un’atmosfera particolare, molte sensazioni ci vengono trasmesse dalle situazioni stesse e dagli attori che senza bisogno delle parole riescono a farci arrivare il messaggio. Il cast è di prima scelta, formato in parte da attori affermati come Sara Forestier, sempre molto naturale, in un ruolo che le si addice benissimo,  e da François Damiens nel ruolo di un padre che fa di tutto per le donne della sua vita, le sue figlie e senza controllarne il comportamento, troppo preso dal suo lavoro.

Il ruolo di Adèle è ben interpretato, ma poco definito, funge da contorno senza capire chiaramente che si tratta della sorella. In effetti, il ruolo principale resta Suzanne, che sia assente o presente sullo schermo.

La scelta di girare un film fuori dalla regione parigina è interessante e  coraggiosa. Spostarsi da Alès al Sud, e poi a Marsiglia per altre scene è molto apprezzabile, da sudista qual sono. Tutto questo, anche permettendoci di ammirare la bellezza delle Cevenne.

Il film è interessante anche nei temi trattati: la donna-bambina, il padre solo, la relazione madre-figlio, e le domande, i dubbi sulla famiglia:

A partire da che momento si può rifiutare i comportamenti della propria famiglia, e a partire da che momento si deve smettere di perdonare? Questi temi  sono spesso coinvolgenti perchè universali e non sembrano essere tanto sviluppati nel cinema odierno. Si tratta dunque un film francese intenso ed intelligente.

Per quel che riguarda gli aspetti negativi, rimachiamo la lentezza di alcune scene, inquadrature poco chiare e una mancanza di contestualizzazione della storia. Alcune sceneggiature non mi sono piaciute molto perchè troppo tristi, deprimenti nel loro modo di trattare certi temi.

Non è una storia divertente in ogni senso del termine: Lei(Suzanne) è un grosso punto interrogativo; lascia poca speranza di redenzione, proviamo ad osservarne il comportamento, a capire perché si comporti così, ma non otteniamo risposte. Che dire di più, se non che questo film non darà fede agli spettatori speranzosi che il cinema francese tratti, prima o poi, anche argomenti allegri.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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ArtVia 7/10

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