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7/10

Candidato a Sorpresa regia di Jay Roach

Commedia
recensione di Valentina Marchetti

Quando l'onorevole di lungo corso, Cam Brady, commette una enorme gaffe in pubblico prima delle imminenti elezioni, una coppia di ultra milionari trama contro di lui spalleggiando un candidato rivale. Il prescelto è l'ingenuo Marty Huggins che inaspettatamente diventa un degno rivale di cui il carismatico Cam avrà di che preoccuparsi.

Il regista Jay Roach porta l'attuale circo della politica al suo inevitabile livello estremo. Se pensavate che l'etica nelle campagne politiche avesse già toccato il fondo, dovrete ricredervi. C'è ancora molto da scavare!

Elezioni 2012 nel North Carolina, Cam Brady (Will Ferrell) sta per raggiungere il risultato "quasi" scontato della sua vittoria. Quasi perchè per la prima volta dopo anni che vince consecutivamente, non sa che un altro candidato ha deciso di sfidarlo. Nei panni dell'altro aspirante deputato del Congresso, l'impacciato e ingenuo Marty Huggins (Zach Galifianakis), figlio di uno dei più grandi sostenitori e organizzatori di campagne elettorali del distretto, che stenta a credere che quel figlio così goffo e in cui non crede, possa candidarsi. Ma qualcun altro invece non è dello stesso parere di Mr. Raymond Huggins, "Senior" (Brian Cox), ossia i fratelli Glenn (John Lithgow) e Wade (Dan Aykroyd) Motch, che dedicheranno tutte le loro energie e il loro capitali alla campagna di Marty, dotandolo perfino di un integerrimo personal coach Tim Wattley (Dylan McDermott) -o "mastino" se preferite!- che lo istruirà sul come dare filo da torcere all'avversario.

Ne viene fuori una pellicola molto divertente, con una comicità grottesca ma che non scende mai al volgare dei bassifondi, dove si vede un'eleganza nella comicità anche quando il registro si abbassa e raggiunge il turpiloquio, con colpi di scena, ampio spazio anche all'imprevedibilità nelle azioni dei protagonisti. E' la storia della lotta per il potere, che non risparmia colpi bassi, che arriva ad estremizzare, certo, in alcuni tratti le azioni basse, i tiri mancini che i due candidati non esitano ad infliggersi l'un l'altro, ma non si può negare quanto però un po' di verità ci sia nell'ambito della "lotta" durante le campagne elettorali per le imminenti elezioni da parte degli sfidanti.

Il cast si rivela tutto all'altezza, dall'impeccabile ex Blues Brothers Dan Aykroyd nei panni del miliardario senza scrupoli che insieme al fratello e socio, ha loschi piani in mente, fino alla colf filippina, la Signora Yao (Karen Maruyama) che per cinquanta dollari in più sulla paga parla come la "Mami" di Via col vento per compiacere Mr. Huggyns, un uomo rimasto ancorato a vecchie tradizioni ideali. C'è poi un altro splendido personaggio che forse supera in arrivismo e cinismo tutti, ossia quello di Katherine LaNasa, la moglie di Brady Rose, che è disposta a tutto pur di non perdere il ruolo che ricopre in quanto moglie del deputato del congresso. Da questo punto di vista il film è anche un mostrare diversi dei clichè degli americani soprattutto repubblicani (dal cervo appeso in salotto, alle armi in casa). E' anche un film che tocca e cita espressamente temi come il timore (fondato giustamente in seguito all'attacco alle Torri Gemelle) di Al Qaeda, del terrorismo, della campagna politica di George Bush, del concetto di famiglia molto caro agli americani (più volte vediamo nel film scene di pranzi e cene di ambo i candidati con le proprie famiglie). Il tutto nello stile della commedia. Naturalmente, trattandosi di un film più che sulla politica, sui politici che fanno politica, c'è la retorica dell'ambiente, che viene ben rappresentata. Divertimento, buona sceneggiatura e fotografia, niente insomma che non vada, su cui si possa sindacare. Segno che gli obiettivi attesi sono stati ampiamente raggiunti.

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