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8/10

La Ricompensa Del Gatto regia di Hiroyuki Morita

Animazione
recensione di Valentina Marchetti

 

Haru ha diciassette anni, una cotta per un suo compagno di classe e un debole per i gatti. Gliene succedono di tutti i colori e un giorno incontra un gatto molto speciale, a cui per caso salva la vita...

 

E' un altro dei grandi capolavori dello Studio Ghibli, La Ricompensa Del Gatto, che torna al cinema il 9 e 10 Febbraio in esclusiva. Racconta la storia di Haru, giovane e timidissima studentessa, di appena diciassette anni, che conduce una vita apparentemente tranquilla, fin quando non salva la vita ad un gatto misterioso, che parla perfino. Gatto che in realtà nel Paese dei Gatti, così come verrà definito, egli  è il principe ereditario,e aver avuto salva la vita grazie ad Haru porta ad una certa ricompensa. E quale onore più grande se non andargli in sposa? Ma la giovane Haru, ha altri progetti anche se mal si orienta e districa nel mondo degli uomini. Una misteriosa voce le suggerisce di rivolgersi all'Ufficio del Gatto, un posto magnifico dove farà la conoscenza di Baron e del Signor Muta, ribattezzato Mucca, che l'aiuteranno a non smarrire se stessa ed evitare le nozze.

E che da questo momento in poi inizino le danze verso un susseguirsi di colori, mondi fantastici che si mescolano al reale, a dimensioni in cui i gatti vivono in rifugi simili alle case degli umani. Quale miglior paradiso si potrebbe ambire? Ma anche tra i gatti non c'è giudizio unanime sulla bellezza e la fortuna di vivere nel Paese dei gatti, tanto da preferire il mondo degli uomini, dove i gatti o si nascondono vivendo isolati, o si integrano diventando amici dell'uomo.

E' un racconto sull'adolescenza che diventa via via con le prime brezze di primavera, consapevolezza di una giovane età adulta che bussa alle porte. E' la nascita di un amore, quello che Haru, sia quando è gatta ma anche  umana, prova per Baron, uno che le sembra abbastanza “tosto”, esattamente come l'uomo che immagina nei suoi sogni (benché ci sia una piccola differenza, ossia che Baron è un gatto, un Signor Gatto naturalmente). Che le fa provare qualcosa che non comprende, che non conosce, ma di  cui si può fidare. Lo Studio Ghibli riesce ad affrontare con i suoi film d'animazione temi così profondi, come lo sbocciare dell'animo di una giovane donna che si divide tra i suoi sogni e la realtà, che rivive i ricordi di infanzia, li incontra e ne capisce il limite, il margine nella propria mente, ma che a volte resta confusa dalle sensazioni reali più che dall'oblio da cui attinge i ricordi. La figura di Baron è emblematica, non solo perché è l'altro grande protagonista ma perché incarna quella voce che dentro ognuno ammonisce a non smarrirsi, a farsi forte anche se il mondo a volte confonde. Quasi ottanta minuti in cui lo spettatore sogna, ammira i colori, vola insieme ai corvi amici di Baron in un viaggio che sembra senza tempo, dove volare passeggiando sui dorsi di corvi neri e lucenti come il petrolio,sembra facile come bere un caffè,  perché il potere creativo e la grafica che sfuma in effetti quasi più della pittura che dell'animazione classica, incanta.

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