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7/10

Soldato semplice regia di Paolo Cevoli

Commedia
recensione di Valentina Marchetti

Un maestro viene mandato al fronte per recuperare la possibilità di insegnare, e tornare dai suoi piccoli allievi come un fedele servitore della patria. Ma la guerra contro gli Austriaci lo metterà a dura prova, specialmente per il fatto che è difficile improvvisarsi soldato. Ma soldati si nasce o si diventa? Paolo Cevoli a modo suo prova ad affrontare questa tematica,con un nuovo film che in modo divertente e con momenti di profonda serietà mette  alla prova anche le convinzioni dello spettatore meno avvezzo ai fatti d'armi sul  primo conflitto mondiale sul versante italiano sopratutto se per ragioni di non amore verso la triade patria-Dio-Famiglia.

E' prevista per il 2 Aprile l'uscita di Soldato semplice, film che vede dietro la macchina da presa Paolo Cevoli, uno dei volti noti di Zelig, per chi non lo ricordasse, nella veste oltre che di regista anche di attore.

E lo sfondo della narrazione è il primo conflitto italiano, quello che vede i nostri soldati impegnati nella guerra contro gli Austriaci. E Gino Montanari (Paolo Cevoli), per saldare alcune questioni con il preside della sua scuola, si trova costretto ad un arruolamento  "volontario" ,ma più per causa di forza maggiore, per poter ritornare in cattedra. O la patria, o la rinuncia all'insegnamento, questo è il prezzo da pagare, e per Montanari, che inoltre non è nato con un cuor di leone, arruolarsi è l'unica via possibile nonostante sia restio ad ogni tipo di servizio per il re.

E il confronto con i soldati "veri" quelli del fronte, avrà dei risvolti inaspettati, che Cevoli affronta in modo ironico, alternando momenti di serietà e anche di eroismo a momenti dove lo spettatore si chiede come possa essere così cinico, sopratutto considerando che un giovane soldato come Aniello, di origini capresi, gli si affeziona e crede  in lui come nessuno forse ha fatto mai.

Il risultato è un bel film che ripercorre in un modo originale, dove va apprezzata la cura nella fotografia e la bravura del cast, nonché una sceneggiatura che non risulta sopratutto calcolando che nella commedia sopratutto non è scontato rischiare una falla, un tema caro alla nostra Storia, ma che senza per questo ritenerla meno eroica di quanto

sia riportato sui libri, apre la porta su alcuni fatti, difficoltà che per anni si è magari pensato non ci fossero, o fosse sempre e comunque garantito che per tutti gli uomini che hanno sacrificato la vita, la trincea fosse un luogo dove il dubbio se quella fosse davvero la vita che volevano fosse un dogma incontestabile e certo al cento per  cento. Abbiamo avuto soldati eroici, su questo Cevoli si mostra fermo, ma poi c'è un personaggio in senso letterale come Gino Montanari, un maestro che si è trovato obbligato al fronte, uno che si chiamerebbe "fifone", "codardo" che però, al momento opportuno saprà dimostrare a tutti che anche un tipo come lui ha contribuito alla missione.

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